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Non solo Pernigotti: chiude anche Peyrano, eccellenza del cioccolato torinese

Dopo la Pernigotti il Piemonte perde un altro marchio che l’ha reso famoso nel mondo per il cioccolato: Peyrano. Lo storico laboratorio artigianale di corso Moncalieri a Torino in settimana ha portato in tribunale i libri contabili. I debiti ammonterebbero a 5 milioni di euro, cifra troppo alta per rimettersi in carreggiata.
A cura di Susanna Picone
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A poche ore dalla chiusura della Pernigotti arriva un’altra triste notizia per l’imprenditoria del Piemonte, che perde un marchio storico che lo ha reso famoso nel mondo per il cioccolato. Dopo un periodo molto travagliato chiude Peyrano, storico laboratorio artigianale di corso Moncalieri. Jacopey Cioccolato, società con la quale i fratelli Peyrano avevano rilevato il marchio, ha consegnato i libri contabili in tribunale questa settimana. I debiti ammonterebbero a 5 milioni di euro, una cifra troppo alta per rimettersi in carreggiata. Già nel maggio scorso una parte dei laboratori erano stati sigillati. Il problema era legato al mancato pagamento dell'affitto che si andava ad aggiungere agli stipendi che i dipendenti dell’azienda aspettavano da mesi. Nei mesi successivi purtroppo la situazione non è cambiata e alla fine è arrivata la dichiarazione di fallimento per Jacopey Cioccolato e ora il curatore fallimentare è al lavoro per mettere insieme l'elenco dei creditori.

Come si legge sul loro sito, la cioccolateria Peyrano è nata nel 1915 “a pochi passi dal fiume Po e le piazze più belle di Torino”. Già fornitori della Real Casa dei Savoia, la ditta Peyrano ha ampliato la sua produzione portando il cioccolato su riviste di moda negli anni '70 ed esportando i suoi prodotti in tutto il mondo. A gestire la cioccolateria i coniugi Bruna e Giorgio Peyrano, “depositari della squisita arte del cioccolato e produce i famosi giandujotti, vanto e simbolo della città di Torino”.

La fine “ufficiale” della Pernigotti è arrivata invece al termine dell'incontro al ministero del Lavoro tra proprietà, rappresentanti del governo e sindacati, quando è stata sancita la chiusura definitiva dell'unico impianto produttivo italiano di Novi Ligure (Alessandria). Con l'accordo firmato dal 6 febbraio per i circa cento lavoratori è scattata la cassa integrazione straordinaria.

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