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Bomba esplode a New York: 29 feriti. Un altro ordigno disinnescato dalla polizia

La bomba è esplosa nel quartiere Chelsea di Manatthan: i feriti sono 29, già dimessi dagli ospedali. A poche centinaia di metri un’altra bomba realizzata con una pentola a pressione, come quella dell’attentato alla Maratona di Boston.
A cura di Davide Falcioni
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New York ripiomba nell'incubo terrorismo: alla vigilia dell'arrivo nella "Grande Mela" di Barack Obama e di altri 192 capi di stato o di governo – tra i quali anche Matteo Renzi – per l'assemblea generale dell'Onu e un summit sui rifugiati, una bomba è esplosa nel quartiere di Chelsea, nella zona di Manhattan, provocando il ferimento di 29 persone. A pochi isolati di distanza è stato trovato un altro ordigno: si tratta di una pentola a pressione collegata con dei cavi elettrici a un telefono cellulare e molto simile a quello che nel 2013 esplose durante la maratona di Boston uccidendo molte persone. Le due bombe – una esplosa, una inesplosa – potrebbero non essere collegate a una minaccia terroristica e secondo il sindaco Bill De Blasio "non emergono minacce specifiche per la nostra città”. “Ventinove persone sono state ferite – ha proseguito il primo cittadino – ma per fortuna, tranne un caso, nessuna è in condizioni gravi e nessuna è in pericolo di vita”.

Bomba a New York. Si tratta di un attentato terroristico? E' colpa dell'Isis?

Non è ancora possibile definire con certezza se si sia trattato di un attentato compiuto da un'organizzazione terroristica. Secondo il sindaco De Blasio dopo l'11 settembre la Grande Mela – che conta 8 milioni di abitanti – è diventata la metropoli meglio attrezzata al mondo sia per la capacità delle forze di polizia che per la dotazione tecnica nella prevenzione degli attentati. La bomba è esplosa alle 20 e 30, ora locale (le 2 e 30 in Italia), nel pieno della vita notturna. L'ordigno era nascosto in un cesto della spazzatura all’angolo della 23ma strada e della Sesta avenue, in una zona piena di negozi e locali, e non lontana da Eataly e dal Flatiron building. Evidentemente chi l'ha collocata intendeva provocare il più alto danno possibile, ma al momento l'attacco non è stato rivendicato da nessuno e non è quindi possibile definire con certezza gli autori né ovviamente le loro intenzioni. L'intervento della polizia e dei soccorritori dopo la deflagrazione è stato immediato. Tutta l’area è stata isolata, due linee della metro sono state chiuse e gli uomini dell'Fbi hanno cominciato a esaminare le immagini delle telecamere di videosorveglianza, nella speranza di individuare in tempi rapidi i responsabili dell'attacco.

Dove si trova il quartiere Chelsea di New York

Quello di Chelsea è uno dei quartieri della circoscrizione di Manhattan della città di New York: si tratta di uno dei quartieri più multietnici della "Grande Mela" e in una zona, nei pressi della Eight Avenue, vi è un'importantissima presenza del movimento gay, significativa componente nella vita di un quartiere descritto come "a misura d'uomo" e pieno di attrazioni artistiche. Spetterà agli inquirenti definire se la bomba esplosa possa essere in qualche modo collegata alla significativa presenza di omosessuali.

La seconda bomba inesplosa simile a quella della Maratona di Boston

A poche centinaia di metri dal luogo della deflagrazione è stata trovata una pentola a pressione collegata con esplosivo attraverso un telefono cellulare: un ordigno artigianale che, se fosse esploso, avrebbe potuto provocare decine di morti come accadde il 15 aprile del 2013 a Boston, durante la Maratona. Quel giorno due ordigni piazzati nella zona del traguardo causarono il decesso di tre persone e il ferimento di altre 264. Le bombe, come nel caso di Chelsea, erano pentole a pressione della capienza di 6 litri, riempite di esplosivo, chiodi, pezzi di ferro e sferette metalliche. Dopo quattro giorni di indagini l'Fbi individuò due presunti colpevoli, i fratelli ceceni Dzhokhar e Tamerlan Tsarnaev. Tamerlan morì in una sparatoria con la polizia, Dzhokhar fu gravemente ferito, arrestato, processato e condannato a morte. Il terrorista spiegò alle autorità che lui e il fratello avevano deciso di attaccare gli USA in parte per il loro impegno militare in Iraq e in Afghanistan ma soprattutto perché ritenuti colpevoli di portare avanti una cospirazione contro i musulmani.

“Nessuna prova terrorismo internazionale”

Oggi pomeriggio il governatore di Cuomo ha dichiarato che tutte le 29 vittime dello scoppio sono state dimesse dagli ospedali. Il governatore ha anche detto che “non lasceremo che vincano, la vita andrà avanti a New York esattamente come prima”. Cuomo ha inoltre affermato che, secondo gli inquirenti, al momento non risultano “legami col terrorismo internazionale” rispetto a quanto accaduto anche se “le indagini vanno avanti”. Intanto la Cnn ha reso noto che un pezzo di carta con qualcosa scritto sopra sarebbe stato trovato sulla 27/ma strada vicino al secondo possibile ordigno.

Le reazioni di Trump e Clinton

Donald Trump, prima ancora che fossero resi noti i dettagli dell'esplosione, ha annunciato ai suoi sostenitori durante un comizio che una “bomba è esplosa” a New York e ha approfittato subito dell'attacco per rinforzare la sua campagna elettorale, affermando che “ora servono le maniere forti”. Prudente invece la reazione di Hillary Clinton, che ha detto di voler attendere informazioni più precise sull'accaduto.

Il sindaco De Blasio ai cittadini: “Se vedete qualcosa, segnalatela”

Nel corso di una conferenza stampa il sindaco Bill De Blasio ha parlato di “un incidente grave”, ha detto che per ora il movente è sconosciuto e ha chiesto pazienza per le indagini. Il messaggio ai cittadini è quello di fare attenzione: “La polizia ha bisogno del vostro aiuto quindi saranno utili le vostre segnalazioni”, ha chiesto il sindaco parlando ancora di “atto intenzionale deliberato”. “Faremo in modo di portare alla sbarra i responsabili di quanto accaduto”, ha annunciato ancora prima di passare la parola al capo della polizia. Anche quest’ultimo ha parlato di una “indagine molto complessa” e ha rinnovato l’invito ai cittadini di fornire eventuali informazioni.

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