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Nave Diciotti, minacce di morte per il procuratore che ha indagato su Matteo Salvini

Il procuratore capo di Agrigento, Luigi Patronaggio, ha ricevuto una lettera con minacce di morte e al suo interno un proiettile di guerra. Le minacce arrivano in riferimento alla vicenda della nave Diciotti: Patronaggio ha avviato le indagini sul caso che hanno poi portato all’iscrizione nel registro degli indagati di Matteo Salvini.
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A cura di Stefano Rizzuti
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Il procuratore capo di Agrigento, Luigi Patronaggio, ha ricevuto una lettere contenente minacce di morte, con al suo interno un proiettile di guerra. La lettera è stata recapitata al quinto piano di via Mazzini, sede della procura. Le minacce riguardano il caso della nave Diciotti, a cui si fa riferimento nel testo ricevuto dal procuratore. In particolare, si parla dell’imbarcazione rimasta bloccata con a bordo circa 170 migranti per alcuni giorni. Con un pennarello nero, nella lettera, c’è scritto “zecca, sei nel mirino". Accanto un proiettile da guerra: sulla busta, secondo quanto riporta l’Adnkronos, c’è il simbolo di Gladio, un riferimento all’estrema destra. Sulla missiva stanno indagando la Digos e la scientifica.

La procura di Caltanissetta ha già aperto un fascicolo sulle minacce di morte ricevute da Patronaggio. “Stiamo aspettando la trasmissione del fascicolo con la relazione – spiega all'Adnkronos il procuratore di Caltanissetta Amedeo Bertone – Sono stato avvertito telefonicamente e attendo gli atti”. La competenza sul caso spetta proprio alla procura di Caltanissetta. Patronaggio ha coordinato la prima fase dell’inchiesta sulla nave Diciotti, un fascicolo che vede indagato il ministro dell’Interno Matteo Salvini per sequestro di persona aggravato. Già negli scorsi mesi il procuratore capo aveva ricevuto altre minacce di morte.

L'indagine sulla nave Diciotti e su Salvini

L’indagine sulla nave Diciotti è stata trasferita dalla procura di Agrigento a quella di Palermo che ha modificato le contestazioni al ministro del’Interno, Matteo Salvini, ora indagato per sequestro di persona aggravato. Come ha spiegato lo stesso titolare del Viminale, per questo reato si rischiano “almeno 15 anni di galera a cui bisogna aggiungere le aggravanti”. Dopo la notizia dell’indagine su Salvini, lo stesso ministro aveva attaccato la magistratura, dando vita a una lunga polemica proseguita per giorni e finita con un sostanziale passo indietro del vicepresidente del Consiglio.

La solidarietà del ministro Bonafede

Il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, ha espresso attraverso un tweet "massima solidarietà al procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio, da parte di tutto il ministero per le minacce ricevute". Bonafede, inoltre, risponde ai vari esponenti che chiedevano un commento e una condanna per le minacce di morte ricevute da Patronaggio al ministro della Giustizia: "Chiederei agli esponenti politici, almeno in questi casi, di evitare strumentalizzazioni".

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