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Vincenzo Nappi ucciso a Melito: due killer in azione, l’ipotesi dello specchiettista

Il capozona degli Scissionisti a Melito ucciso da due killer. Probabile che sia stato seguito o che la sua presenza fosse stata segnalata da un altro complice.
A cura di Nico Falco
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Immagine di repertorio
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Ad uccidere Vincenzo Nappi, ritenuto il capozona degli Scissionisti per Melito, ammazzato mentre era a pranzo in una trattoria, sarebbero stati due killer, mentre un terzo complice sarebbe rimasto all'esterno, in strada. Un agguato presumibilmente preparato: il 57enne non era un frequentatore abituale della trattoria "Gaetano e Teresa", è probabile che sia stato seguito o che i sicari abbiano avuto il supporto di uno "specchiettista", che potrebbe avere comunicato la sua presenza.

La dinamica dell'agguato: l'ipotesi di due killer

L'omicidio poco prima delle 14. La trattoria-pizzeria non affaccia direttamente sulla strada, ma in una corte interna. Appare quindi inverosimile che Nappi sia stato notato da qualcuno di passaggio. Al momento dell'agguato il locale era semivuoto, i killer hanno fatto irruzione e hanno cominciato a sparare verso il 57enne; i pochi clienti presenti si sono buttati a terra in cerca di riparo. Sarebbero stati esplosi almeno dieci colpi.

Per il momento nessuno, titolari compresi, sarebbe stato in grado di fornire indicazioni ai carabinieri, che sono arrivati nella trattoria pochi minuti dopo per le indagini. I militari stanno vagliando la possibilità che elementi utili possano arrivare da eventuali telecamere di sorveglianza tra via Rossi, dove si trova la trattoria, e la vicina via Lavinaio.

Chi era Vincenzo Nappi, capozona degli Scissionisti ucciso a Melito

All'anagrafe di camorra Vincenzo Nappi era noto come "‘o Pittore", soprannome che gli veniva dalla sua precedente attività, prima di entrare a far parte della malavita organizzata. Ufficialmente disoccupato, era ben noto alle forze dell'ordine e per gli inquirenti era inquadrato nel clan degli Scissionisti, fazione Pagano, legatissimo al boss Mariano Riccio.

Di lui hanno parlato diversi collaboratori di giustizia, indicandolo come responsabile per le estorsioni nella zona di Mugnano fin dai primi anni 2000; nel 2011, quando scoppiò una faida interna tra gli Amato e i Pagano, secondo il pentito Illiano finì anche lui nel mirino, proprio per la sua vicinanza a Riccio e per il suo ruolo apicale nell'organizzazione che gli consentiva di tenere "tutto il giro di soldi" del boss.

Nappi, che aveva avuto due figli da una prima compagna ed era in attesa di un altro figlio da una seconda compagna, nel 2011 era stato arrestato a Mugnano (Napoli) dai carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Giugliano in Campania: era ricercato da tre mesi, dopo essere sfuggito a un blitz in cui finirono in manette otto persone, tutte legate allo stesso clan e accusate, a vario titolo, di ssociazione per delinquere di tipo mafioso, traffico e spaccio di stupefacenti ed estorsioni. Il 57enne era stato in carcere fino all'agosto 2020; fino all'ottobre dello stesso anno era stato sottoposto alla sorveglianza speciale.

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