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Vigilante ucciso a Piscinola, no a un nuovo sconto di pena: respinto il ricorso dei tre ragazzi

La Corte di Cassazione, infatti, ha respinto il ricorso depositato dal collegio difensivo dei tre ragazzi, la pena resta a 14 anni e mezzo.
A cura di Pierluigi Frattasi
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Si allontana l'ipotesi di una nuova riduzione di pena per i tre ragazzi ritenuti responsabili della morte di Franco Della Corte, la guardia giurata uccisa a colpi di bastone in testa alla metro di Piscinola il 3 marzo 2018. La Corte di Cassazione, infatti, ha respinto il ricorso depositato dal collegio difensivo di Luigi Carrozza, Kevin Ardis e Ciro Urzillo con il quale era stato chiesto ai giudici di valutare la correttezza delle motivazioni addotte alla sentenza di secondo grado con la quale è stata ritenuta insussistente l'aggravante della premeditazione dell'omicidio. L'accoglimento del ricorso avrebbe potuto aprire la strada ad una concessione delle attenuanti e, quindi, ad una riduzione della pena, la quale, invece, adesso rimarrà per tutti a 14 anni e 6 mesi.

I tre giovani sono stati difesi dagli avvocati Mario Covelli (legale di Carrozza), Giuseppe Musella (legale di Ardis) e Raffaele Chiummariello e Nicola Pomponio (legali di Urzillo). L'aggressione del 2018 avvenne per rubare la pistola al vigilante. Della Corte, colpito alla testa con un corpo contundente di legno, rimase in coma quasi due settimane prima di morire. All'epoca dei fatti i ragazzi avevano 15, 16 e 17 anni. ù

Vennero condannati in primo grado dal Tribunale dei Minori per omicidio doloso aggravato dalla premeditazione. La Corte d'Appello minorile ha confermato l'imputazione. Il collegio difensivo presentò un ricorso in Cassazione ritenendo non sussistente la premeditazione. La Suprema Corte, dopo avere accolto l'istanza, rinviò la decisione sulle pene ad un'altra sezione dei giudici di secondo grado di Napoli che il 15 ottobre 2020 ha ridotto da 16 anni e 6 mesi a 14 anni e 6 mesi la condanna nei confronti dei tre imputati.

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