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Vaccino contro i tumori, a Napoli via alla fase 3. Ascierto: “Tra qualche anno i risultati”

La sperimentazione del vaccino contro i tumori entra nella Fase 3 all’Istituto Pascale di Napoli. Ascierto: “Ci vorrà qualche anno prima di avere i risultati di quest’ultima fase dello studio clinico”
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Il professor Paolo Ascierto
Il professor Paolo Ascierto

Il vaccino contro i tumori in fase di studio e ricerca a Napoli entra nella cosiddetta "fase 3", quella cioè dell'arruolamento dei pazienti con diagnosi di melanoma radicalmente operato. Lo ha annunciato l'Istituto Nazionale Tumori IRCCS Fondazione Pascale di Napoli, tra i primi al mondo ad aver avviato lo studio clinico di Fase 3 del vaccino anti-cancro a mRNA di Moderna nei pazienti con melanoma. Inizia così l'ultimo passo prima che il vaccino possa essere autorizzato dalle autorità. L'annuncio è stato dato durante la nona edizione dell'Immotherapy e Melanoma Bridge in corso in questi giorni.

"L’immunoterapia rappresenta la rivoluzione più importante negli ultimi 10 anni in campo oncologico, abbiamo iniziato con il melanoma e ora molti farmaci, come i cosiddetti inibitori dei checkpoint immunitari, vengono utilizzati contro altri tipi di tumore, come quello del rene, della vescica e del polmoni. Con molta probabilità avverrà la stessa cosa per il vaccini a mRNA: cominceremo con il melanoma per poi estenderne l’utilizzo contro altre forme di cancro", ha spiegato il professor Paolo Ascierto, presidente del convegno e direttore del dipartimento di oncologia melanoma, immunoterapia oncologica e terapie innovative dell’Istituto Nazionale dei Tumori IRCCS Fondazione Pascale di Napoli. Vaccino che come scopo non ha "quello di prevenire la malattia ma di aiutare e supportare il sistema immunitario dei pazienti a riconoscere e ad attaccare più efficacemente il tumore"

A due anni dalla somministrazione, i dati mostrano una riduzione del rischio di recidiva o morte del 44% in chi lo ha ricevuto in combinazione con il il pembrolizumab, farmaco immunoterapico. Ma Ascierto predica calma: "Ci vorrà qualche anno prima di avere i risultati di quest’ultima fase dello studio clinico. La nostra speranza è quella di poter dare una nuova e più efficace opzione terapeutica a quanti più pazienti possibili".

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