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Uccise la compagna con un colpo che le distrusse la milza: confermata condanna a 16 anni

La Cassazione ha rigettato il ricorso dei legali di Vincenzo Garzia, l’uomo condannato a 16 anni di carcere per l’omicidio della compagna, uccisa con un colpo che le distrusse la milza: la sentenza passa così in giudicato.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Sedici anni di carcere, con la sentenza entrata in giudicato. Lo ha stabilito la Corte d'Appello di Napoli nei confronti di Vincenzo Garzia, l'uomo ritenuto colpevole dell'omicidio di Lucia Caiazza, morta il 14 maggio del 2020 nell'ospedale di Frattamaggiore, in provincia di Napoli. Una vicenda torbida che, dopo la sentenza di condanna a 16 anni del 31 maggio 2022 nei confronti dell'uomo, oggi sembra avviarsi verso la conclusione. Il ricorso dei legali dell'uomo è stato ritenuto inammissibile dai giudici della V Sezione della Corte di Cassazione.

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, l'uomo avrebbe sferrato un violento colpo all'addome della compagna, all'altezza della milza, al punto da provocarle la morte a cause di una grave emorragia interna. Colpo che sarebbe stato dato durante una lite avvenuta tra il 4 e il 10 maggio 2020, durante il lockdown dovuto all'emergenza Covid: la donna stessa aveva negato le percosse, additando le ferite ad una caduta dalle scale. Ferite che invece secondo i consulenti della Procura sarebbero state causate dalle percosse subite, che le avrebbero procurato una lesione interna con sanguinamento, che dopo diversi giorni le avrebbe quindi provocato la morte.

Le indagini, realizzate dal comando stazione di Casavatore anche attraverso intercettazioni ambientali e telefoniche e l'ascolto di numerose persone informate sui fatti, ha portato dopo 5 mesi dal decesso della donna all'arresto del compagno, che il 15 ottobre 2020 venne rintracciato e arrestato dopo un provvedimento emesso dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli Nord, su richiesta della Procura e condannato a 16 anni di carcere nel luglio successivo.

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