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Lucia Caiazza ammazzata dal compagno, i giudici: “Morte provocata da un colpo alla milza”

Lucia Caiazza, morta nel maggio 2020 per una emorragia interna, è stata uccisa da un colpo che le ha spappolato la milza. Lo scrivono i giudici nelle motivazioni della sentenza con cui è stato condannato a 16 anni di reclusione il compagno, Vincenzo Garzia, arrestato il 15 ottobre successivo dai carabinieri. L’uomo aveva picchiato anche altre donne ma non era stato mai denunciato.
A cura di Nico Falco
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È stato il potente colpo alla milza, un calcio o forse un pugno, a causare il decesso di Lucia Caiazza, la 52enne morta nell'ospedale San Giovanni di Dio di Frattamaggiore (Napoli) il 14 maggio scorso. Si legge nelle motivazioni della sentenza con cui, nello scorso luglio, i giudici hanno condannato il compagno, il 47enne Vincenzo Garzia, a 16 anni di reclusione per omicidio preterintenzionale. Durante il processo è emerso che l'uomo aveva già mostrato segni di violenza, non solo contro Lucia ma anche nei confronti della moglie, prima di separarsi, e verso un'altra donna con cui aveva una relazione, ma non era stato mai denunciato.

La 52enne, madre di due ragazze, era stata ricoverata il 12 maggio 2020 per forti dolori addominali. Dall'autopsia erano emerse gravissime lesioni interne, riconducibili secondo i medici a "una caduta, un calcio o un pugno", oltre a una frattura del setto nasale e delle ecchimosi compatibili con una aggressione. Si era ipotizzato che fossero le conseguenze di un incidente stradale che effettivamente c'era stato, ma in quella circostanza l'impatto con l'altra automobile era stato così lieve che né Lucia né l'altra donna erano rimaste ferite. La verità era venuta fuori con le indagini e con le testimonianze di conoscenti di Garzia, che avevano confermato la sua indole violenta e i diversi episodi in cui aveva picchiato Lucia e altre donne, anche davanti a diverse persone e per futili motivi. L'uomo era stato arrestato dai carabinieri il 15 ottobre.

Per la Corte di Assise di Napoli, che a luglio ha emesso la sentenza, non ci sono dubbi: il decesso è stato causato da quel colpo al torace. Il pestaggio sarebbe avvenuto pochi giorni prima il ricovero, tra il 4 e il 10 maggio 2020, nell'abitazione dell'uomo dove Lucia Caiazza stava passando il lockdown che sarebbe terminato di lì a breve. Nemmeno in ospedale la donna aveva parlato delle violenze, giustificando i lividi che aveva sul corpo come effetti collaterali della terapia antiaggregante a cui era sottoposta da anni. "Il Garzia – sottolineano i giudici nelle motivazioni – ha sempre avuto comportamenti prevaricatori e violenti nell'ambito domestico…".

Oltre a quanto raccontato dalla moglie, c'è anche la testimonianza di una ex compagna, anche lei vittima delle violenze. "Nella sofferta deposizione resa – scrivono i giudici – ha ammesso di avere continuativamente subìto, nel corso degli anni della convivenza, un incessante susseguirsi di violenze, insulti, minacce, pur perseverando in un incomprensibile sentimento autodistruttivo, a continuare a relazionarsi al Garzia, anche successivamente alla loro separazione e al nuovo rapporto intessuto dall'uomo".

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