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“Uccido i carabinieri, in Russia mi fanno come un Santo”: le intercettazioni del blitz antiterrorismo

Alcuni dei componenti dell’ “Ordine di Hagal” parlavano di attentati contro carabinieri e nel centro commerciale Vulcano Buono, ispirandosi a famosi terroristi.
A cura di Nico Falco
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Il materiale sequestrato durante le indagini sull'Ordine di Hagal
Il materiale sequestrato durante le indagini sull'Ordine di Hagal

Diceva di voler andare nella caserma dei carabinieri di Marigliano, "li uccidevo tutti quanti", così "dopo mi facevano anche a me in Russia come un Santo". Riferimento a un canale Telegram dove vengono pubblicate immagini di noti terroristi e assassini con tanto di aureola, da Breivik a Charles Manson. E voleva comprare un Kalashnikov. Propositi mai arrivati nella fase realmente organizzativa, come sottolineato dalla Digos, ma che tracciano il profilo di Gianpiero Testa, uno degli indagati finiti in carcere nell'operazione con cui la Polizia di Stato ha smantellato un gruppo che, facendo riferimento all'associazione "Ordine di Hagal", propagandava idee neonaziste, suprematiste e negazioniste in un calderone unico con teorie novax, complotti mondiali e antisemite.

Il vertice dell'associazione, molto attivo su Internet, poche ore prima del blitz aveva postato un video relativo alle teorie cospirazioniste sul Nuovo Ordine Mondiale che si può riassumere in questo modo: coi vaccini viene iniettato del grafene che, una volta attivato con Led ultravioletti, causa malori o morti. E soltanto quattro giorni fa aveva postato un messaggio di sfottò contro la Digos.

L'operazione è la conclusione di una indagine nata nel 2019 e che aveva già portato a una quindicina di indagati con perquisizioni e sequestri nell'ottobre 2021. A capo di quel gruppo erano stati individuati Maurizio Ammendola e Michele Rinaldi, rispettivamente 40 e 46 anni. I due sono tra i destinatari della misura eseguita oggi, insieme a Testa, al 46enne Massimiliano Mariano e al 27enne ucraino Anton Radomskyy, quest'ultimo unico non ancora arrestato in quanto sarebbe in Ucraina; per tutti è stato disposto il carcere. Per un altro degli indagati, il 36enne romano Fabio Colarossi, il gip ha invece disposto l'obbligo di firma in commissariato.

L'attentato contro i carabinieri di Marigliano

Testa, oltre a fare proselitismo e tenere i contatti con gruppi degli ambienti eversivi e paramilitari ucraini, attività che svolgeva insieme a Radmoskyy, per gli inquirenti aveva anche il compito "di addestrarsi e addestrare gli associati ed altri soggetti destinatari dell'attività di proselitismo e reclutamento nell'uso di armi da fuoco, armi bianche ed esplosivi e in tecniche di combattimento corpo a corpo al fine di compiere azioni di violenza e minaccia con carattere eversivo, a scopo neonazista e suprematista".

Il ragazzo risulta avere frequentato corsi di combattimento in Polonia, insieme ad Ammendola. In diverse circostanze è stato intercettato intercettato mentre parlava di voler compiere raid, in particolare contro i carabinieri di Marigliano, contro i quali aveva un'avversione, rileva il giudice, probabilmente per via di un precedente arresto per rissa. In una intercettazione, registrata in automobile mentre è con la madre, parla dell'intenzione di uccidere i carabinieri di Marigliano. Quando la donna gli fa notare che così lo avrebbero arrestato, lui risponde:

No, io mi sparavo un colpo in testa, bom bom, mi mettevo la telecamera in testa, sul casco, li mettevamo nei video per fare i tributi, dopo mi facevano anche a me in Russia come Santo, soltanto che il nome è brutto, hai capito? Se devono scrivere, non è il nome come Anders Breivik, Brenton Tarrant, Timothy McVeigh, Robert Mathews, Varg Vikernes. Gianpiero Testa non c'entra".

Questi propositi avevano scatenato una certa preoccupazione nei genitori che temevano per la sua sanità mentale. Il fatto che probabilmente non lo ritenessero realmente in grado di compiere azioni del genere traspare anche dalla risposta della madre al ragionamento sul nome non abbastanza evocativo: la donna, che evidentemente non lo prende sul serio, gli suggerisce che potrebbe farsi chiamare "Gianpieros Testonos".

Uno degli ultimi post di Rinaldi su Facebook
Uno degli ultimi post di Rinaldi su Facebook

L'attentato contro il centro commerciale Vulcano Buono

Anche in questo caso, sottolinea la Digos, si tratta di "volontà dichiarata" e non c'è stata effettivamente una attività preparatoria. Dell'episodio si trova riscontro in un'altra intercettazione, tra Radomskyy e Testa, col primo che chiede al secondo di fare un attentato nel centro commerciale Vulcano Buono e di usare una granata di cui l'ucraino sarebbe in possesso. A quelle parole, Testa lo interrompe subito, dicendogli di non parlare di queste cose.

La granata viene citata anche in un'altra intercettazione, riguardo una possibile ritorsione nei confronti di una donna che avrebbe parlato male di Testa. Ed è sempre il giovane ucraino a proporlo: "T'aggia presta' ‘a granata e ‘a jett int'a casa", ti devo prestare la granata e la butti nella casa, aggiungendo "io c'ha jettase", io la butterei.

L'intenzione di prendere un Kalashnikon

L'ossessione per le armi appare anche da altre intercettazioni, in cui il 25enne, anche parlando con lo zio, ex carabiniere in pensione, dice di voler prendere un fucile d'assalto per difesa personale. Di questo proposito il giovane ne parla anche coi genitori, che si mostrano decisamente preoccupati.

"Io non lo so, questo si è imparato – dice la madre, intercettata nel febbraio 2021 – dice che tiene l'arte di andare a fare la guerra, si è messo in testa che deve andare ad uccidere la gente, la rabbia, ha questa rabbia e io gli ho detto ma tu che la tieni a fare questa rabbia? Ma a che ti serve questa rabbia?". E il padre risponde: "Questo sta perdendo la testa, questo tra qualche giorno lo dobbiamo ricoverare".

Il post di Rinaldi sulla Digos, 4 giorni prima del blitz
Il post di Rinaldi sulla Digos, 4 giorni prima del blitz
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