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Trasporto pubblico a Napoli

Traffico e metro bloccata a Napoli: qualcuno si prenderà la responsabilità di tutto questo?

Il Comune, a partire dal sindaco De Magistris fa finta di niente. Ma il settembre 2020 di Napoli è iniziato all’insegna di una insopportabile disorganizzazione, di disagi e caos. Nel mirino sempre i trasporti pubblici, vero grande problema irrisolto da un decennio. Nessuno si prende la responsabilità non tanto di risolvere (ormai è tardi, toccherà forse al prossimo sindaco) ma almeno di chiedere scusa alla città?
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Sono le 7 del mattino, l'inferno di Napoli è iniziato e durerà a lungo. La Galleria Vittoria è chiusa chissà per quanto (cade a pezzi): per questo c'è tanto traffico nella zona di Chiaia-Mergellina, ma non è solo quello che ci deve preoccupare. La metropolitana di Napoli è semi paralizzata e da giorni ormai si ferma in piazza Dante senza il fondamentale collegamento con piazza Garibaldi, ovvero col più importante terminal ferroviario della città (pensate se accadesse a Roma con Termini o a Milano con Centrale). I problemi li possono avere tutte le città, certo 10 anni di problemi non è un epifenomeno, è una malattia cronica. E se una città ha una malattia cronica chi la amministra deve rispondere alle domande.

Il terzetto d'oro del Comune di Napoli oggi è costituito dal sindaco in carica Luigi de Magistris, dal vicesindaco Enrico Panini e dall'assessore Alessandra Clemente, deleghe a lavori pubblici; infrastrutture; parcheggi; strade; polizia municipale; sicurezza urbana; mobilità sostenibile; autoparchi e immagine e promozione della città. De Magistris è il sindaco, Panini è il suo braccio politico, Clemente sarà la candidata di De Magistris a sindaco di Napoli per il 2021. Eppure il sindaco di Napoli quando si tratta di problemi va fujenne, scappa via. Saltella tra Televomero e La7 per interviste sulla qualunque, parla di Napoli dopo 10 anni sempre con lo stesso approccio: qualcuno ci vuole sabotare (ma chi? Ma poi perché? Sono 10 anni che dura questo sabotaggio, che noia pure per un sabotatore). Panini ripete a pappardella ciò che dice De Magistris,  conoscio del fatto che il sindaco è l'unica stampella che lo separa dall'armadio dell'oblio politico in cui è destinato a finire con la prossima consiliatura. Resta Clemente: giovane, storia personale importante, al momento distante, troppo, dal vero, grande problema della città: la vivibilità. Perché è inutile far vedere una città coi filtri di Instagram se poi qui a Napoli il lockdown non lo fa il Covid ma lo fa la metro che impedisce il collegamento di pezzi della città.

I trasporti pubblici che non funzionano sono il primo modo per una selezione sociale tra ricchi e poveri. Chi prende metro e bus e si vede fortemente limitato nei collegamenti non lavora come vorrebbe, non studia come vorrebbe e dovrebbe, non vive come sarebbe giusto che vivesse. Scegliere di non potenziare i mezzi pubblici  prima di qualsiasi altra cosa – prima dei tavolini ai baretti di via Falcone, Chiaia, Luca Giordano e via Toledo – è un atto politico. Lamentarsi del governo, delle mafie, dei fantasmi che non mandano solo a Napoli è legittimo. Ma dopo 10 anni di governo, senza mai "mettere una scopa", ovvero azzeccarne una giusta, un sindaco ha il diritto di lamentarsi e gridare «lasciateci lavorare»? No.

Ogni giorno una mano anonima sui social dell'azienda dei trasporti napoletana, l'Anm, dopo aver comunicato l'ennesimo disagio scrive: «L'Azienda si scusa per il disagio». Ma qualcuno ci metterà la faccia, si scuserà personalmente per questo disagio perenne? Una volta De Magistris disse che i trasporti di Napoli sarebbero finiti per somigliare a quelli del Giappone. Beh, nel Sol Levante un sindaco si sarebbe prodotto in inchini di mortificazione ogni giorno per questo disastro. Non dico gli inchini, ma almeno metterci la faccia e chiedere scusa?

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Giornalista professionista, capo cronaca Napoli a Fanpage.it. Insegna Etica e deontologia del giornalismo alla LUMSA. Ha una newsletter dal titolo "Saluti da Napoli". È co-autore dei libri "Il Casalese" (Edizioni Cento Autori, 2011); "Novantadue" (Castelvecchi, 2012); "Le mani nella città" e "L'Invisibile" (Round Robin, 2013-2014). Ha vinto il Premio giornalistico Giancarlo Siani nel 2007 e i premi Paolo Giuntella e Marcello Torre nel 2012.
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