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Telefoni e droga nelle plafoniere del reparto per camorristi del carcere di Secondigliano

Nuovo sequestro nel carcere di Secondigliano, a Napoli: rinvenuti cellulari in grado di fare videochiamate all’esterno nel reparto di alta sicurezza.
A cura di Nico Falco
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Immagine di repertorio
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Otto telefoni cellulari, tra cui anche uno smartphone in grado di fare chiamate. E poi la droga: 223 grammi di hashish, diviso in tre panetti. Tutto nascosto nel reparto di alta sicurezza del carcere di Secondigliano, quello riservato agli imputati e ai condannati per associazione camorristica o reati aggravati dal metodo mafioso. A scoprirlo gli agenti della Polizia Penitenziaria, che durante una delle ispezioni nei locali detentivi hanno trovato i nascondigli ricavati nei quadri elettrici e nelle plafoniere.

"Il fenomeno dell'introduzione di oggetti e sostanze non consentite – sottolineano Luigi Vargas e Pasquale Gallo, rispettivamente segretario regionale aggiunto e regionale del sindacato della Penitenziaria Sinappe – sta raggiungendo dimensioni estremamente pericolose per la sicurezza delle carceri. Servono pene severe e immediato trasferimento dei responsabili. Proseguiremo nell'incessante azione di rivendicazione e sensibilizzazione nei confronti dei vertici dell'amministrazione penitenziaria e delle forze politiche per arginare il preoccupante e dilagante fenomeno che coinvolge la sicurezza delle carceri e degli stessi poliziotti penitenziari".

Nello scorso dicembre, pochi giorni prima di Natale, durante una perquisizione nello stesso reparto erano stati sequestrati diversi cellulari; in quella circostanza gli agenti avevano rinvenuto 4 telefonini, tra cui 3 microcellulari e uno smartphone. Anche in quel caso erano stati occultati in nascondigli di fortuna nelle aree comuni, in modo che in caso di eventuale ritrovamento non fossero immediatamente collegabili al detenuto che li utilizzava.

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