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Sorelle sfregiate con l’acido a Napoli, la zia confessa: sottoposta a fermo

Sottoposta a fermo una zia delle due ragazze sfregiate con l’acido a Napoli: ha confessato, avrebbe agito per dissidi familiari.
A cura di Nico Falco
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Il luogo del ferimento (foto di Gaia Martignetti /Fanpage.it)
Il luogo del ferimento (foto di Gaia Martignetti /Fanpage.it)

È arrivata in tarda serata la svolta sulla vicenda delle due ragazze sfregiate con l'acido a Napoli: una zia ha confessato, ammettendo di avere preso parte all'aggressione. La donna, che era stata individuata dagli inquirenti e considerata tra i sospettati, era stata a lungo ascoltata nelle scorse ore. Alla fine, confermano fonti investigative a Fanpage.it, ha ammesso le proprie responsabilità nella partecipazione al raid (ma negando di avere spruzzato l'acido) e ha spiegato di avere agito per dissidi familiari sorti con le due nipoti; nei suoi confronti è stato emesso un fermo.

Ragazze sfregiate con l'acido, la vicenda ricostruita sui social

Restano da individuare le altre persone che, insieme alla donna sottoposta a fermo (provvedimento che dovrà essere convalidato nei prossimi giorni), hanno preso parte al raid intorno all'1 di domenica notte sul corso Amedeo di Savoia; secondo quanto riferito dalle due vittime il gruppo sarebbe stato composto da sei persone, tre ragazzi e tre ragazze, che si sarebbero mossi su tre scooter. La zia, anche lei molto giovane, ha ceduto dopo ore di interrogatorio e ha quindi ammesso di avere organizzato la spedizione punitiva per contrasti familiari; una scelta probabilmente obbligata, anche perché era molto probabile che le due ragazze l'avessero riconosciuta.

Nel corso delle indagini, coordinate dal pool Fasce Deboli della Procura di Napoli ed affidate alla Squadra Mobile della Questura, sarebbero stati recuperati anche numerosi video pubblicati su TikTok in cui diversi appartenenti alle famiglie si offendevano a vicenda e che potrebbero essere quindi collocati in quei dissidi che, secondo questa ricostruzione, avrebbero portato alla spedizione punitiva. Da ricostruire (e al momento non si esclude un collegamento con l'aggressione con l'acido) la vicenda dell'incendio all'automobile usata dalle due ragazze, una Smart, data alle fiamme nella notte dell'11 maggio.

Le sorelle colpite con l'acido in faccia rischiano lesioni permanenti

Le due ragazze, 23 e 17 anni, erano state raggiunte dal gruppo mentre passeggiavano sul corso Amedeo di Savoia. La maggiorenne ha riportato ustioni alla guancia e al braccio destro, la minore al naso e alla guancia destra. Sono state accompagnate in ambulanza al Pronto Soccorso dell'ospedale Cardarelli, da dove sono state dimesse nella mattinata di lunedì dopo un consulto col chirurgo plastico.

L'acido non ha danneggiato gli occhi e le condizioni di salute delle due sono nel complesso buone, ma il liquido altamente corrosivo ha causato lesioni sul volto per le quali avranno bisogno di ulteriori visite e controlli. Il reato ipotizzato dal pm Giulia D'Alessandro del pool Fasce Deboli è di "deformazione dell'aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso", che prevede pene che vanno dagli 8 ai 14 anni di reclusione.

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