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Scuole chiuse a Benevento, il prefetto chiede ai sindaci le ordinanze: “Solo l’Asl certifica dati Covid”

Scuole chiuse a Benevento e nei comuni della provincia, comprese le prime elementari, che fanno parte della scuola dell’obbligo che che possono restare aperte anche nella zona rossa. Il prefetto Francesco Antonio Cappetta adesso chiede a tutti i sindaci di comunicare le relative ordinanze di chiusura all’Ufficio Scolastico Provinciale, in modo da consentire agli uffici “il monitoraggio”. I bambini che fanno assenze ingiustificata, infatti, rischiano la bocciatura.
A cura di Pierluigi Frattasi
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Scuole chiuse a Benevento e nei comuni della provincia, comprese le prime elementari, che fanno parte della scuola dell'obbligo che che possono restare aperte anche nella zona rossa. Il prefetto Francesco Antonio Cappetta adesso chiede a tutti i sindaci di comunicare le relative ordinanze di chiusura all'Ufficio Scolastico Provinciale, in modo da consentire agli uffici “il monitoraggio delle modalità di svolgimento nella provincia delle attività didattiche”. I bambini che fanno assenze ingiustificate, infatti, rischiano la bocciatura. Negli scorsi giorni, infatti, si è assistito a una proliferazione incontrollata di ordinanze sindacali. Una facoltà consentita dall'ordinanza regionale numero 92 del governatore Vincenzo De Luca che ha dato possibilità ai sindaci di chiudere le scuole in caso di peculiari criticità Covid19 sul territorio. Ma il Prefetto ha anche chiarito che solo l'Asl può certificare questi casi di criticità Covid19. Nelle scorse ore, infatti, non sono mancate le polemiche per l'ordinanza del sindaco Clemente Mastella che ha chiuso le scuole richiamando nell'ordinanza i dati Covid19 della fondazione Gimbe e non quelli dell'Asl.

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La lettera del Prefetto ai sindaci

Cosa dice la lettera del prefetto di Benevento ai sindaci? L'oggetto della missiva è “Emergenza Epidemiologica da Covid19 ordinanze di proroga sospensione attività didattiche in presenza nella provincia di Benevento”. Ecco il testo:

“Con ordinanza 92 del 23 novembre 2020 la Regione Campania ha disposto con decorrenza dal 25 novembre 2020 la ripresa delle attività in presenza dei servizi educativi e della scuola dell'infanzia nonché l'attività didattica in presenza della prima classe delle scuole primarie.

Con la medesima ordinanza è stato demandato alle Asl territorialmente competenti il monitoraggio dell'andamento dei contagi e la comunicazioni dei dati relativi ai territori di rispettiva competenza al fine di consentire l'adozione, sulla base di situazioni locali di peculiare criticità, dei provvedimenti di sospensione delle attività didattiche in presenza.

Tanto premesso, per consentire un attento monitoraggio delle modalità di svolgimento nella provincia delle predette attività didattiche, vorranno le signorie loro trasmettere all'Ufficio Scolastico provinciale le ordinanze indicate in oggetto”.

Le proteste dei genitori

In mattinata i genitori di Benevento avevano mandato una lettera al prefetto chiedendo di riaprire le scuole. “In Italia e nel resto d’Europa – scrivono i genitori – i dati della curva epidemiologica sono stati e sono superiori ai dati “sconnessi” riportati dall’ultima Ordinanza Sindacale, eppure la frequentazione della scuola non si è mai interrotta, non è stata mai sospesa, i bambini e i ragazzi hanno continuato ad andare a scuola, continuando ad usufruire tanto del tempo pieno quanto del servizio di mensa. L’ultima Ordinanza Sindacale riferisce, addirittura, di “un incremento percentuale” dal 17 al 24 novembre nel Sannio, ma tali dati non trovano corrispondenza con quelli forniti quotidianamente dalla ASL territorialmente competente e che neppure vengono presi in considerazione dall’ordinanza stessa, limitandosi a citare tale “Fondazione Gimbe. Inoltre, tale dato non è riferito alla situazione epidemiologica della Città di Benevento, che neppure viene menzionata nella cennata Ordinanza, bensì all’intera Provincia, ben potendo essere riferibile solo ad alcuni Comuni della stessa. Tra l’altro, lascia veramente sgomenti che la scarsa frequentazione delle scuole venga addotta come motivazione dall’Amministrazione comunale in favore della chiusura, ancorché essere indice di un aumento della dispersione scolastica, i cui dati in Campania sono da sempre decisamente allarmanti”.

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