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Scarcerato il boss Monfregolo, ad Arzano guerra di camorra per il controllo della 167

Torna libero Giuseppe Monfregolo, ritenuto boss della 167 di Arzano (Napoli); la scarcerazione in un momento in cui il suo gruppo è contrapposto a quello dei Cristiano.
A cura di Nico Falco
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Il blitz per l'arresto di Monfregolo nel 2019
Il blitz per l'arresto di Monfregolo nel 2019

Nel 2019, latitante da due anni, fu scovato in una abitazione di Afragola e arrestato con una maxi operazione del Gruppo Intervento Speciale dei carabinieri. A distanza di poco meno di due anni si sono riaperte le porte del carcere per Giuseppe Monfregolo, 33enne ritenuto dagli inquirenti boss della 167 di Arzano: la condanna in primo grado incassata per estorsione non è esecutiva, l'uomo è tornato nel comune della provincia di Napoli con l'obbligo di firma. Una scarcerazione che potrebbe influire, e non poco, sugli equilibri criminali di Arzano, dove è in corso un cruento scontro tra il gruppo guidato da Monfregolo e quello che, per gli inquirenti, farebbe capo a Pasquale Cristiano, detto Picstik, attualmente detenuto: entrambi costole degli Amato-Pagano, gli scissionisti di Scampia, i due clan sarebbero ormai in aperto conflitto.

Giuseppe Monfregolo
Giuseppe Monfregolo

Monfregolo era in carcere dal maggio 2019, destinatario di due ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli su richiesta della locale D.D.A. Le forze dell'ordine lo cercavano dal novembre 2017, quando si sottrasse all’esecuzione di un decreto di fermo della Dda, in quanto ritenuto responsabile di un’estorsione ai danni di un imprenditore in nome per conto del gruppo camorristico della 167 di Arzano.

Nei giorni scorsi il gruppo Cristiano sarebbe stato scalzato e allontanato dall'area della 167, soppiantato proprio dai Monfregolo. In quest'ottica, la scarcerazione del 33enne potrebbe diventare una ulteriore legittimazione del ruolo criminale ad Arzano. Riconducibili agli scontri tra i due clan sarebbe l'agguato avvenuto nello scorso 25 novembre in un bar di Arzano: in quella circostanza rimasero ferite 5 persone, tra cui due innocenti; per gli inquirenti il reale obiettivo era Salvatore Petrillo, morto tre giorni dopo per le ferite riportate, nipote di Pasquale Cristiano, quest'ultimo protagonista della passeggiata in Ferrari alcuni mesi prima.

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