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“Sangue dal naso per tre giorni, dimesso due volte dall’Ospedale Pellegrini senza soluzione”

La lettera del professore universitario in pensione a Fanpage.it: “Solo al centro privato hanno capito di cosa si trattasse e mi hanno dato una cura pertinente”
A cura di Pierluigi Frattasi
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Dimesso due volte dall'Ospedale Pellegrini di Napoli, con sanguinamento al naso che non accenna a fermarsi. Solo quando si è rivolto ad un centro sanitario privato, alla fine, il problema è stato risolto. Un ex docente universitario di Napoli racconta in una lettera a Fanpage.it la sua disavventura e scrive: "Ho sofferto per tre giorni, pur essendomi rivolto subito ad una struttura specialistica, per una situazione che, con il professionista competente, si è risolta velocemente".

"Vi racconto la mia disavventura in ospedale a Napoli"

"Le esperienze fatte in campo sanitario portano sempre con sé un carico di emotività, dovuto alla condizione di fragilità con cui ci si trova a fare i conti. Così spesso siamo grati al personale sanitario che ci accoglie con empatia e sa dare risposte e sollievo al nostro stato di malessere, ma ricordiamo spiacevolmente le situazioni nelle quali i medici non danno o non sanno dare il giusto peso ai nostri problemi. Tra tutti i vissuti di questo genere il più intenso è quello di accesso al Pronto Soccorso, perché in genere vi ricorriamo quando siamo in serie difficoltà e non possiamo attendere un percorso ordinario per arrivare ad una cura".

Comincia così la lettera inviata a Fanpage.it da un professore universitario napoletano in pensione, che racconta una disavventura vissuta in uno degli ospedali di Napoli.

Di seguito, riportiamo il testo della lettera:

Negli ultimi giorni sono dovuto ricorrere ben due volte al Pronto Soccorso dell’Ospedale dei Pellegrini di Napoli e sento di dover raccontare quest’esperienza ai lettori della mia città. Premetto che sono un settantacinquenne, che ha subito diversi interventi, tra cui la sostituzione della valvola aortica, cosa che mi costringe ad assumere un medicinale anticoagulante, che in caso di emorragia provoca non poche difficoltà.

Lunedì 25 marzo ho un episodio di epistassi, che non riesco a contrastare con le normali procedure (ghiaccio, chiusura delle narici, tamponi nasali già pronti, garze imbevute di ugurol in narice). Mi reco quindi in Pronto Soccorso, dove vengo accolto con la doverosa sollecitudine: misurazione della pressione, che si rivela alta, elettrocardiogramma , somministrazione di un farmaco che abbassa in poco tempo la pressione. A questo punto il sanguinamento cessa e i medici del P. S., tranquillizzati sullo stato generale, mi inviano al reparto di otorinolaringoiatria, per verificare la situazione locale.

Ma non finisce qui, perché il sanguinamento, secondo il racconto del professore, non accenna a diminuire.

Qui le cose sono un po’ meno rosee: vengo visitato velocemente, viene dato per scontato che il sanguinamento dipendesse dal rialzo pressorio e che quindi fosse anzi una manifestazione positiva. Me ne vado con l’indicazione di mangiare senza sale e con la prescrizione, non molto motivata, di un antibiotico.

Nella notte riprende il sanguinamento, ma questa volta la pressione è solo lievemente alterata (dirà dopo il cardiologo “probabilmente come effetto e non come causa”); per alcune ore resisto mettendo in atto le stesse procedure del giorno precedente, senza alcun effetto. Alle 11.00, non sapendo cosa fare, ritorno in P.S., dove, costatata la normalità dei parametri generali, mi accompagnano di nuovo al reparto specialistico di otorinolaringoiatria. Qui mi viene praticata una parziale aspirazione dei grumi e del sangue presenti nella narice. Alla mia domanda se ci sia una varice che si è rotta mi viene detto che “non si sa”, “non si vede niente”, perché il mio setto nasale è deviato. In conclusione mi viene applicato un tampone, che all’interno della narice si gonfia, chiudendola completamente, con l’indicazione di tornare a toglierla dopo 48 ore.

L'ex docente universitario è costretto a rivolgersi ad un ambulatorio privato convenzionato con il Sistema Sanitario Nazionale:

Dopo qualche ora, nonostante questa terribile costrizione, vedo riprendere il sanguinamento, a quel punto telefono al cardiologo, che, allarmato mi fa sospendere il farmaco anticoagulante. Poi sento qualche amico per ottenere indicazioni su specialisti otorini di fiducia. Vengo indirizzato dal prof. Giovanni Venditti, che mi dà appuntamento per il mattino successivo presso il centro Polispecialistico GMP Salus, convenzionato con il Sistema Sanitario Nazionale.

Aspetto con ansia quelle ore, continuando a tamponare il naso pur ostruito da quell’enorme barriera. Al mattino mi reco con la prescrizione del medico curante nel centro, dove il professor Venditti, dopo aver estratto il tampone e aver ripulito bene la narice, mi pratica una cauterizzazione chimica di una varice che era all’origine di tutto il problema, operazione eseguita, con estrema delicatezza e perizia, con il nitrato d’argento. Resto in osservazione per l’intera mattinata, ma fin da subito si nota un arresto del sanguinamento.

Vado via a fine mattinata con la vena riparata e una prescrizione, stavolta pertinente, di farmaci locali e generali per la protezione dei vasi. Ho sofferto per tre giorni, pur essendomi rivolto subito ad una struttura specialistica, per una situazione che, con il professionista competente, si è risolta velocemente. Lascio a voi le domande e le risposte, se riuscirete a trovarne.

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