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Sandro Ruotolo: Sandokan pentito può essere per i Casalesi ciò che fu Tommaso Buscetta per Cosa Nostra

Sandro Ruotolo ricostruisce la figura dell’ex capo clan Francesco Schiavone. E spiega: “Potrà ricostruire i rapporti dei Casalesi con imprese e politica”
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Sandro Ruotolo
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«Il pentimento di Francesco Schiavone, "Sandokan" può avere sul clan dei Casalesi un effetto simile a quello che ebbe il pentimento di Tommaso Buscetta in Cosa Nostra». Ne è convinto Sandro Ruotolo, giornalista ed ex senatore della Repubblica, da anni sotto scorta per le minacce subìte da un altro boss della malavita casertana, Michele Zagaria.

«Partiamo dal fatto che questo clan è il più simile alla Cosa Nostra siciliana – dice -. Anche se Sandokan è in galera da anni, il suo pentimento ha un significato importante, potrà aiutare a ricostruire i momenti cruciali, come il passaggio dalla camorra di Casal di Principe di Antonio Bardellino, a metà degli anni Ottanta.  In quel periodo emergono capi come Sandokan Schiavone di Casal di Principe e i fratelli Antonio, Carmine e Michele Zagaria di Casapesenna, oltre ad Antonio Iovine di San Cipriano d'Aversa e Francesco Bidognetti. Questi erano capi di clan separati che poi hanno formato alleanze».

La memoria del cronista riporta anche ad un fatto cruciale di quegli anni, la telefonata che nel '98 Antonio Iovine e Michele Zagaria fecero al giornalista Carlo Pascarella, all'epoca al Corriere di Caserta, per ribadire che non erano in rotta di collisione.

Poi si torna al pentito eccellente: «Sandokan sa anche del rapporto cruciale con la politica durante gli anni della grande guerra di camorra, anni segnati da omicidi eccellenti come quello di don Peppe Diana. È importante notare come la camorra sia entrata negli affari dei rifiuti tossici della Terra dei Fuochi. Ricordo la mia intervista a Carmine Schiavone, cugino di Sandokan, che ha preso le distanze dal clan quando ha scoperto il loro coinvolgimento nel business dei rifiuti tossici. Il pentimento del boss può aiutare a ricostruire i rapporti con la politica e l'imprenditoria, specialmente nel settore dei rifiuti tossici. Nonostante sia in carcere e possa non conoscere alcuni dettagli recenti, la sua conoscenza del mondo criminale può essere di grande aiuto agli investigatori».

Alla domanda sugli attuali assetti della criminalità organizzata nell'area, Ruotolo spiega: «Ad oggi, Michele Zagaria di Casapesenna non si è ancora pentito, mentre altri membri del clan, come gli Bidognetti, si sono pentiti. La moglie di Bidognetti, per esempio, si è pentita. Quindi, il clan più forte di Casal di Principe, quello di Michele Zagaria, rimane ancora influente».

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