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Camorra, si è pentito Francesco Schiavone “Sandokan”, boss del clan dei Casalesi

A 26 anni dall’arresto si pente Francesco Schiavone, soprannominato “Sandokan”, tra i fondatori del clan camorristico dei Casalesi.
A cura di Valerio Papadia
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Francesco Schiavone
Francesco Schiavone "Sandokan" dopo l'arresto alla fine degli anni Novanta

Sono passati 26 anni dall'arresto di Francesco Schiavone, soprannominato "Sandokan", tra i fondatori del cosiddetto clan dei Casalesi: soltanto adesso, però, il boss di camorra ha deciso di pentirsi e cominciare a collaborare e a parlare con i magistrati della Direzione distrettuale antimafia. Anche il figlio Nicola – che dopo l'arresto di "Sandokan" aveva ereditato la guida del clan – si è pentito nel 2018, così come ha fatto tre anni dopo, nel 2021, il fratello Walter.

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La notizia, che Francesco Schiavone potesse cominciare a collaborare con la giustizia era già nell'aria da qualche tempo, ma l'ufficialità sarebbe è soltanto ieri, 28 marzo. Come riporta il giornale Cronache di Caserta, infatti, nella giornata di ieri le forze dell'ordine si sarebbero recate dai famigliari di "Sandokan", a Casal di Principe, per proporre ai famigliari del boss un programma di protezione.

La tutela dei parenti dei collaboratori di giustizia nasce ovviamente nel timore che, dopo la notizia della collaborazione di un capo malavitoso, coloro che rischiano di finire nelle sue rivelazioni decidano di attuare vendette trasversali per intimidirlo, colpendo figli, coniugi, genitori eccetera. Di solito ai parenti viene offerto di assumere una nuova identità  e ottengono un alloggio lontano dalla zona di rischio. Alcuni dei suoi stretti familiari si sarebbero rifiutati di abbandonare le loro abitazioni per essere trasferiti in una località protetta.

La falsa notizia della malattia di Sandokan

Nell'ultimo periodo, anche tra i giornalisti, era circolata voce che Sandokan fosse gravemente malato. Ora si apprende che si trattava di un espediente per "giustificare"  il suo trasferimento dal carcere di Parma dove era al 41bis a quello dell'Aquila, dove ha iniziato a collaborare. Dalla casa circondariale abruzzese Schiavone sta rilasciando alla Dna e alla Dda le sue prima dichiarazioni che ora, come avviene sempre in questi casi, dovranno superare il vaglio delle verifiche degli investigatori.

Francesco Schiavone arrestato nel suo bunker a Casal di Principe nel 1998

Condannato poi all'ergastolo, Francesco "Sandokan" Schiavone venne arrestato l'11 luglio del 1998 proprio nella sua Casal di Principe. La sera precedente, poliziotti, carabinieri e agenti della Direzione distrettuale antimafia fecero irruzione in un appartamento in via Salerno; le forze dell'ordine, però, riuscirono a stanare il boss soltanto nella mattinata del giorno successivo, dopo ore di demolizioni, quando Schiavone, ormai braccato, uscì da un bunker sotterraneo.

Schiavone al momento dell'arresto
Schiavone al momento dell'arresto

Cafiero De Raho: passo in avanti storico

L'ex procuratore nazionale Antimafia, Federico Cafiero de Raho definisce il pentimento di Sandokan «passo in avanti storico».  «La collaborazione potrà essere fondamentale anche sul versante dei disastri ambientali, sullo sversamento dei rifiuti che hanno martoriato il territorio campano, di cui aveva anche parlato Carmine Schiavone».

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