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Rider picchiato e rapinato a Napoli, pene confermate ai due ragazzi: 10 anni di carcere

La Corte di Appello ha confermato la condanna a 10 anni di reclusione ai due maggiorenni del gruppo che, nel gennaio 2021, picchiò e rapinò a Napoli il rider Giovanni Lanciato.
A cura di Nico Falco
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La Corte di Appello di Napoli ha confermato le sentenze di primo grado ai due ragazzi imputati per il pestaggio e la rapina ai danni di Giovanni Lanciato, il rider aggredito da un gruppo di giovanissimi in via Calata Capodichino, a Napoli: al termine del processo, celebrato con rito abbreviato, il gup di Napoli Nord ha inflitto dieci anni di reclusione a Vincenzo Zimbetti e Michele Spinelli.

Tre dei minorenni ritenuti responsabili dell'aggressione al rider sono stati condannati a 4 anni e 8 mesi di reclusione, per il quarto la condanna è stata ridotta a 3 anni e 4 mesi perché non avrebbe preso parte alla rapina precedente a Casoria. Nel processo di secondo grado Zimbetti è stato difeso dagli avvocati Giovanna Cacciapuoti e Francesco Buonaiuto, Spinelli da Diego Abate e Carlo Bianco. Per i legali di Zimbetti la sentenza "è particolarmente severa e non concede sconto alcuno ai due ragazzi, nonostante la loro giovane età e il ravvedimento manifestato con la confessione, una lettera di scuse e anche attraverso il risarcimento dei danni, che ha portato alla revoca della costituzione di parte civile da parte della vittima".

Rider picchiato e rapinato a Napoli, il video virale sui social

Quell'aggressione, risalente al 2 gennaio 2021, era stata ripresa in un video girato da un residente; le immagini, pubblicate sui social, erano rapidamente diventate virali. In pochi giorni le forze dell'ordine avevano stretto il cerchio intorno a 6 giovanissimi, quattro dei quali minorenni. Era emerso che lo scooter utilizzato per accerchiare Lanciato era stato rapinato un'ora prima in zona Casoria; inizialmente il gruppo venne quindi accusato di ricettazione, ma le successive indagini, effettuate anche con l'utilizzo delle immagini registrate da un impianto di videosorveglianza, avevano portato gli inquirenti a ritenere che cinque di quei sei ragazzi si fossero resi responsabili anche di quel raid.

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