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Covid 19

Record di morti per Covid in Campania: 711 decessi nei primi 23 giorni di novembre

Record negativo di decessi per Covid in Campania: sono 711 da inizio novembre, più di quanti se ne erano registrati da fine febbraio ad ottobre. Anche se la curva del contagio sembra rallentare, il numero di decessi aumenta senza sosta. Complessivamente sono 1.387 i decessi per il Covid-19 in Campania da inizio pandemia.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Un triste record per la Campania, ormai travolta dalla seconda ondata di Coronavirus. Nei primi 23 giorni di novembre, infatti, la regione guidata da Vincenzo De Luca raggiunge quota 711 morti: più di tutti quelli che erano deceduti dall'inizio della pandemia (fine febbraio) al 31 ottobre: 676 decessi. In totale, in Campania sono 1.387 i morti causati dal Coronavirus da fine febbraio ad oggi.

Numeri che preoccupano: anche perché i decessi non riguardano soltanto persone avanti con gli anni e affette da altre patologie. Ma anche persone in perfetta salute e talvolta anche giovani, stroncati dall'infezione da Covid-19 in pochi giorni. Nel bollettino di oggi, i decessi registrati sono stati 78 nelle ultime 24 ore. Di questi, sono 24 i decessi registrati nella sola provincia di Caserta. Ma sebbene la registrazione sia odierna, la Regione Campania ha fatto sapere che si tratta di decessi avvenuti tra il 20 ed il 23 novembre. Cambia poco la sostanza: i 711 morti in Campania sono un numero preoccupante ad una settimana dalla fine di novembre e soprattutto ad un mese dal Natale che, di fatto, sarà una festività particolarmente diversa rispetto a quella degli altri anni.

Nei giorni scorsi, proprio il tema delle festività di Natale aveva tenuto banco, e la discussione si protrarrà ancora nei prossimi giorni. A Fanpage.it aveva parlato anche Maurizio Di Mauro, direttore generale dell'Azienda dei Colli che comprende Cotugno, Monaldi e CTO, spiegando: "Credo sia impossibile immaginare un Natale come quello degli altri anni", proprio viste le limitazioni attuali e la curva del contagio ancora molto alta. Il rischio, infatti, è che con un rilassamento delle misure di prevenzione possa esserci una nuova impennata di casi già da gennaio.

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