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Prima gli spari, poi il pestaggio: la vendetta del clan per il controllo sullo spaccio di droga

Svolta nelle indagini sul ferimento di un pregiudicato a San Vitaliano: sarebbe stata una “punizione” del clan per il controllo dello spaccio. Quattro arresti.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Immagine di repertorio
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Una punizione del clan per ribadire il proprio controllo sullo spaccio degli stupefacenti in zona. Questa l'ipotesi investigativa emersa dopo oltre un anno di indagini, in seguito agli spari che colpirono un pregiudicato il 23 dicembre del 2021 a San Vitaliano, in provincia di Napoli. E che hanno portato questa mattina la Squadra Mobile di Napoli ed il commissariato di Polizia di Nola ad arrestare quattro persone su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Napoli: l'ordinanza di custodia cautelare disposta dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli nei confronti dei quattro riguarda la detenzione porto in luogo pubblico di arma comune da sparo, aggravati dal metodo mafioso.

La vicenda risale al 23 dicembre 2021, quando tre colpi d'arma da fuoco vennero esplosi contro un pregiudicato di San Vitaliano, che arrivò attorno alle 4 di notte presso l'ospedale Santa Maria della Pietà di Nola. Inizialmente, l'uomo spiegò di essere stato colpito da uno sconosciuto, dopo una lite per motivi legati alla viabilità. Ipotesi che non convinse fin da subito gli inquirenti, che indagarono anche in altre direzioni. L'uomo se la cavò con due proiettili conficcati in una gamba. Ma secondo quanto ricostruito dagli investigatori, in realtà si trattò di un vero e proprio "avvertimento": oltre agli spari, l'uomo venne anche picchiato con spranghe di ferro. Il tutto per "punizione", in quanto non avrebbe voluto sottostare al controllo del clan Filippini, attivo nello spaccio di sostanze stupefacenti. Solo dopo lunghe indagini, durate oltre un anno, gli inquirenti avrebbero ricostruito il quadro completo della vicenda, fino ad arrivare all'arresto di oggi dei quattro soggetti, tutti portati in carcere.

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