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Pasquale Nappo ucciso a 18 anni, dopo aver sparato i due 20enni sono andati ai baretti di Chiaia

I due ragazzi fermati per l’omicidio di Pasquale Nappo, operaio incensurato di 18 anni ucciso a Boscoreale, dopo aver sparato sono andati ai Baretti di Chiaia. L’avvocato: “Non si erano resi conto della gravità”
A cura di Pierluigi Frattasi
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Pasquale Nappo, ucciso a Boscotrecase
Pasquale Nappo, ucciso a Boscotrecase

I due ragazzi 20enni autori della sparatoria in piazza Pace a Boscoreale nella quale è morto Pasquale Nappo, operaio 18enne incensurato, dopo aver esploso i proiettili sarebbero andati, poi, ai baretti di Chiaia, luogo di ritrovo tra i giovani per la movida a Napoli. È quanto emerge dal racconto che uno dei due, Giuseppe Esposito, 18enne di Torre Annunziata, incensurato, avrebbe fatto agli investigatori dopo essersi consegnato ai carabinieri ieri mattina, assieme all'amico Giuseppe Abbruzzese, 23enne oplontino. L'episodio risale alla notte di domenica 2 novembre. La sparatoria è avvenuta nella piazza del comune del Napoletano, a poca distanza dal Municipio. "Non volevamo uccidere", avrebbe detto Esposito, come riporta La Repubblica Napoli. I due, aggiunge Il Mattino, si sarebbero cambiati gli abiti indossati al momento del raid, prima di recarsi a Chiaia.

I due ragazzi, assistiti dall'avvocato penalista Mauro Porcelli, sono stati fermati ieri dai carabinieri, dopo essersi consegnati. Ai due viene contestato l'omicidio aggravato dalla modalità mafiosa e dalla premeditazione. Inchiesta della Dda di Napoli, indagini coordinate dai pm Sincero, dal procuratore aggiunto Ferrigno e dal procuratore capo Gratteri, e affidate al nucleo investigativo dei carabinieri di Torre Annunziata. I due ragazzi sostengono di aver sparato alla cieca. Ma la loro versione è al vaglio degli investigatori.

"Volevamo vendicarci di una lite"

All'origine del blitz armato, secondo quanto raccontato da Esposito, ci sarebbe stata una vendetta per una lite avvenuta qualche giorno prima, nella notte tra il 27 e il 28 ottobre, sempre a Boscoreale. "Volevamo vendicarci, intimidire quel gruppo di ragazzi perché alcuni giorni prima ci aveva aggredito. Ma siamo stati circondati da una decina di persone. Eravamo sullo scooter, ci hanno preso a schiaffi e calci. Ho riconosciuto quel ragazzo, ho saputo dopo che si chiamava Pasquale. Ho sparato alla cieca. Quando siamo andati via, eravamo convinti di non aver ucciso nessuno. Ci siamo cambiati e siamo andati a Napoli, ai baretti di Chiaia", questa la versione del 18enne di Torre Annunziata, secondo quanto riportato da La Repubblica, che avrebbe ammesso, comunque, di essere andato a Boscoreale "con la pistola".

"I due giovani – sottolinea l'avvocato Porcelli in una nota – solo nella giornata di domenica, hanno appreso l’esito della loro condotta e, resisi conto della gravità del fatto, hanno deciso autonomamente di costituirsi e hanno fornito una prima ricostruzione dettagliata di quanto avvenuto nella notte dei fatti. Secondo quanto emerso, l’episodio trae origine da una lite che aveva visti coinvolti entrambi gli indagati: Abbruzzese era stato destinatario di pesanti minacce, mentre Esposito era stato aggredito fisicamente da un gruppo di giovani del posto, che mal tolleravano la loro presenza in quella piazza. A seguito della violenta aggressione subita, i due giovani si determinavano a compiere un gesto dimostrativo, tornando sul luogo a bordo di un motociclo. Giunti in piazza, i due si sarebbero trovati di fronte a un blocco stradale formato da alcune automobili e da più persone, ne seguiva una successiva aggressione in danno ai due giovani, in reazione alla quale, sarebbero stati esplosi alcuni colpi d’arma da fuoco in modo non mirato, alla ‘cieca'. I due giovani si allontanavano dal luogo dei fatti senza rendersi conto delle conseguenze dell’accaduto e solo in mattinata, appresa la notizia del decesso della vittima, decidevano di costituirsi spontaneamente".

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