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Palazzo in via De Sivo a Fuorigrotta sgomberato, 20 famiglie disperate: “Siamo senza un tetto”

Sono 20 le famiglie a Fuorigrotta rimaste senza un tetto sotto cui dormire dal 18 agosto scorso, dopo lo sgombero del palazzo di via De Sivo 66-68, nel Rione Cavalleggeri d’Aosta, in passato di proprietà del Comune di Napoli, a causa di alcune lesioni. Le famiglie a distanza di quasi due settimane sono ancora fuori dai propri appartamenti e si trovano ormai in grande difficoltà: “Il Comune ci dia degli alloggi temporanei, non sappiamo dove andare”.
A cura di Pierluigi Frattasi
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Sono 20 le famiglie a Fuorigrotta rimaste senza un tetto sotto cui dormire dal 18 agosto scorso, dopo lo sgombero del palazzo di via De Sivo 66-68, nel Rione Cavalleggeri d’Aosta, in passato di proprietà del Comune di Napoli, a causa di alcune lesioni. Le famiglie a distanza di quasi due settimane sono ancora fuori dai propri appartamenti e si trovano ormai in grande difficoltà, perché i disagi che dovevano durare solo pochi giorni si stanno prolungando troppo anche per chi aveva trovato ricovero temporaneo presso i propri parenti. Mentre i bambini tra poco dovranno iniziare anche l’anno scolastico. “Il Comune ci dia degli alloggi temporanei dove sistemarci – chiedono gli inquilini – o in alternativa un aiuto per sostenere le nostre famiglie, perché non abbiamo più un posto dove dormire”.

Tra le 20 famiglie sgomberate, due sono ancora affittuarie del Comune di Napoli. Altre, invece, stanno scontando le ultime rate del mutuo della casa. Mentre la maggioranza ha riscattato gli alloggi. L’amministrazione condominiale ha fin da subito avviato i rilievi sulla staticità del palazzo, che però non sono ancora conclusi. Mentre in questi giorni sono previsti incontri con le ditte specializzate in consolidamento.

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Niente alloggi comunali, ipotesi contributo

“Le lesioni – spiega Costanza Boccardi, Assessore alle Politiche Sociali della X Municipalità Bagnoli-Fuorigrotta – sembrano siano legate ad una perdita all’interno della parte condominiale. Inizialmente si riteneva che il disagio sarebbe durato solo pochi giorni. Come sempre, il Comune ha inviato l’assistente sociale che ha fatto una verifica la notte dello sgombero e tutte le famiglie hanno detto che volevano andare presso parenti. Adesso chiedono un alloggio alternativo, purtroppo il Comune non ne ha. Alle famiglie di via De Sivo con minori – spiega Broccardi – è stato offerto alloggio per i ragazzi in casa famiglia, ma è stato rifiutato. Per le famiglie con disabili o particolari necessità è stato offerto l’appoggio presso un ospedale, ma anche questo è stato rifiutato. Alle altre una palestra come luogo di alloggio temporaneo, ma anche questo è stato rifiutato. Adesso abbiamo chiesto alla Regione la possibilità di un contributo all’affitto, a valere sul fondo per la morosità incolpevole, come è stato fatto per via Leopardi. Si tratta di un bonus, che nel caso di via Leopardi ammontava a 2mila euro a famiglia, come aiuto all’affitto. Ma richiede la presenza di un contratto di affitto temporaneo regolare e di un Isee inferiore a 25mila euro. Se il disagio dovesse perdurare, speriamo di poter contare almeno su questo piccolo contributo”.

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