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Padre Alex Zanotelli e il suo messaggio ai giovani: “Ragazzi tocca a voi salvare il pianeta”

Il padre comboniano che ha vissuto accanto agli ultimi del mondo, racconta le sue battaglie contro il razzismo e il suprematismo bianco. E lancia un messaggio ai giovani: “Siete il presente, dovete cambiare tutto”.
A cura di Antonio Musella
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Alex Zanotelli è uno dei simboli della Chiesa che si mobilita accanto agli ultimi della Terra. Si è battuto per la difesa dell'acqua pubblica, contro le discariche e gli inceneritori e contro il razzismo, aiutando le comunità migranti e quelle Rom, ed ancora oggi è uno delle figure più note del pacifismo mondiale. Ha 83 anni, e vive a Napoli dall'inizio degli anni duemila, prima, per 12 anni aveva vissuto a Korogocho, una delle baraccopoli di Nairobi in Kenya, uno dei posti più poveri del mondo. Lì, ed in tutta la sua esperienza in Africa, padre Alex ha rappresentato un modello di Chiesa che si sporca le mani, che affianca gli ultimi, che non si tira indietro, che si batte. Nel suo libro "Lettera alla tribù bianca" ha raccontato una parte della sua straordinaria esperienza e delle sue battaglie, soprattutto quelle legate al razzismo e contro il suprematismo bianco. In questa intervista a Fanpage.it ha raccontato le sue lotte.

Padre Alex innanzitutto cos'è la tribù bianca?

Siamo noi bianchi. Questa contrapposizione verso i popoli del Sud del mondo che noi chiamiamo tribù è assurda. Questo disprezzo che c'è nei confronti dei popoli del Sud del mondo va evidenziato anche nel linguaggio. I miei maestri sono stati i baraccati di Korogocho, una delle tante baraccopoli di Nairobi, la capitale del Kenya. Ho vissuto lì per 12 anni, e la sera prima di andare via da Korogocho, loro mi hanno chiesto di pregare su di me. Alla fine della preghiera mi hanno chiesto di inginocchiarmi ed io mi sono inginocchiato in mezzo a loro, e mi hanno imposto le mani. Così ho sentito centinaia di mani che spingevano sulla mia testa ed un ministro della Chiesa indipendente africana ha iniziato a pregare carismaticamente, dicendo: "Padre donagli il tuo spirito perché adesso possa tornare dalla sua tribù bianca e convertirla".

Nel suo libro parla di suprematismo bianco e di razzismo di Stato, quanto è pericoloso il nostro tempo?

Noi bianchi abbiamo occupato il mondo, dal 1500 in poi abbiamo praticamente occupato e colonizzato il pianeta, giustificandolo con il fatto che noi avevamo la civiltà, la cultura e la religione. Come se gli altri non avessero avuto una loro civiltà, una loro cultura e una loro visione religiosa. Questa idea di superiorità ci ha dato la spinta ad occupare il mondo. Questa è la cosa grave, questo senso di supremazia ce lo portiamo dentro. L'attacco al congresso americano da parte dei suprematisti bianchi è la rappresentazione di tutto questo, e ho paura che ritornerà perché Trump farà di tutto per tornare. Anche in Italia è incredibile la presenza del suprematismo bianco nell'estrema destra, da Salvini a Berlusconi fino a Casa Pound. E' qualcosa che ci portiamo dentro noi bianchi e di cui dobbiamo avere un'enorme paura, perché se proseguiamo così vorrà dire che siamo destinati a sbranarci vicendevolmente.

In Italia quanto è preoccupante questo fenomeno?

Perché non conosciamo la nostra storia e nemmeno si insegna. Nelle nostre ex colonie abbiamo fatto cose orribili, in Libia, in Somalia, in Eritrea, sono paesi che oggi sono dilaniati dalle guerre e noi abbiamo grandi responsabilità. In Libia abbiamo fucilato o impiccato 100 mila persone su una popolazione di 800 mila persone, durante l'occupazione coloniale, abbiamo commesso delle atrocità incredibili. Noi lo abbiamo rimosso dalla nostra storia, non viene insegnato nemmeno a scuola. L'Africa è sempre stata guardata per le sue risorse, il resto, le persone, non interessano a noi tribù bianca. Quella che noi chiamiamo cooperazione è una presa in giro, noi siamo arrivati a spendere oggi circa 38 miliardi di euro in armi e siamo ridotti allo 0,2% di cooperazione nel mondo in particolare con il Sud dell'Africa.

La Chiesa di Papa Francesco ha portato molte novità, quali sono lei più significative secondo lei?

Io non ho problemi ad ammettere che sono un ammiratore di Papa Francesco, secondo me più che un Papa è un profeta, e credo che oggi sia l'unico vero leader politico mondiale serio che abbiamo oggi, dice le cose come stanno. Le scelte che lui ha fatto sulla guerra e sull'ambiente sono fondamentali. Sull'ambiente con la "Laudato Sii" che non è un caso che non si diffonde nelle parrocchie ma viene utilizzato nelle università. Ma anche sulla guerra, non può più esistere una guerra giusta, ha fatto un passo che nessun altro Papa aveva mai fatto, e di questo glie ne siamo grati.

Il suo messaggio oggi si rivolge soprattutto ai giovani, cosa sente di dirgli?

Io ormai ho quasi rinunciato a parlare con gli adulti, noi siamo quelli che abbiamo fatto la frittata. Invece ci tengo molto a parlare con i giovani ed a loro dico, io ho 83 anni, la mia generazione sarà tra le più maledette della storia umana. Perché la violenza che la mia generazione ha fatto a questo pianeta non ha eguali. Io so che tante personalità vi dicono che voi sarete il futuro, io vi dico lasciatele perdere, mandateli a quel paese, il futuro non esiste, voi siete l'unico presente che abbiamo. Toccherà alla vostra generazione cambiare radicalmente tutto. Ragazzi, datevi da fare, è questione di vita o di morte, e tocca a voi salvare la vita su questo pianeta.

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