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Omicidio a Fuorigrotta, Andrea Merolla era nipote del ras Troncone: indagini sulla faida tra clan

Andrea Merolla, ucciso la sera dell’11 novembre a Fuorigrotta, Napoli ovest, era parente del ras Troncone. Sullo sfondo la faida tra i clan di camorra flegrei.
A cura di Nico Falco
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La vittima, il 30enne Andrea Merolla
La vittima, il 30enne Andrea Merolla

Il clan Troncone e quello dei Baratto-Bianco di Fuorigrotta, ma anche i Frizziero della Torretta e le cosche del Rione Traiano: sono diversi i gruppi criminali che potrebbero essere in qualche modo coinvolti nella faida che, sempre più apertamente, si sta combattendo nel quartiere della periferia occidentale di Napoli. Ultimo capitolo, l'omicidio consumato nella serata di ieri, 10 novembre; vittima il 30enne Andrea Merolla, non inquadrato in dinamiche di camorra ma con una parentela "scomoda": era il nipote del ras Vitale Troncone. Le indagini sono aperte a 360 gradi; tra le piste c'è quella di una faida tra i clan di Fuorigrotta, ma non si può escludere al momento nemmeno un tentativo di penetrazione da parte del Rione Traiano.

Agguato a Fuorigrotta, ragazzo ucciso a colpi di pistola

Il giovane è stato raggiunto dai sicari poco dopo le 21:30 in via Caio Duilio. Merolla era sulla sua moto, una Honda Adv, quando i killer si sono affiancati. Nessun testimone, né telecamere, ma in base a quanto hanno ricostruito le forze dell'ordine la dinamica è quella classica dell'agguato di camorra: i sicari, anche loro su uno scooter, avrebbero aperto il fuoco mirando alle parti vitali per poi fuggire. Almeno 4 i colpi esplosi, tanti quanto i bossoli, calibro 9 Luger, rinvenuti successivamente dalla Polizia Scientifica. Il 30enne è caduto, forse ha tentato di fuggire a piedi cercando riparo verso un vicino distributore di carburante, ma è stato ferito mortalmente; è stato trasportato con mezzi di fortuna al Pronto Soccorso del vicino ospedale San Paolo, dove è morto intorno alle 23.

L'omicidio di Merolla è allo stato attuale difficile da interpretare. Da quello che è stato appurato fino ad ora risulta che il ragazzo fosse vicino al clan Troncone, se non altro per vincoli di parentela, ma non è stato mai accusato né tantomeno condannato per reati collegabili alla malavita organizzata: nel suo passato c'è una denuncia per rissa, qualche multa, nulla di più. Soprannominato "il Turco", Merolla lascia la compagna e una bambina di appena sei anni.

Omicidio a Fuorigrotta, la vittima era nipote del ras Troncone

Per fare luce sull'agguato gli investigatori del commissariato San Paolo e della Squadra Mobile di Napoli mirano a ricostruire la figura di Merola, partendo proprio dalle parentele. Il ragazzo è risultato essere infatti nipote del ras Vitale Troncone, per gli inquirenti a capo del gruppo camorristico omonimo e di recente scarcerato dopo una lunga detenzione. Per ora non è possibile nemmeno escludere che il 30enne sia stato ammazzato per una sorta di vendetta trasversale, per infliggere un nuovo colpo al clan.

Faida di camorra a Fuorigrotta, ipotesi collegamento tra 3 omicidi

Ci sono altri due precedenti che per gli inquirenti potrebbero essere in qualche modo collegati con l'agguato di ieri sera. Il primo risale a oltre un anno e mezzo fa, al marzo 2020, proprio nel periodo in cui viene scarcerato Vitale Troncone: Gaetano Mercurio, detto "Sfilatino" e considerato ai vertici del clan Troncone, viene gravemente ferito in via Terracina, davanti alla sua abitazione. L'uomo muore in ospedale oltre un mese dopo, l'11 aprile. È un omicidio di peso, di quelli destinati a scatenare una guerra; il conflitto non avviene probabilmente solo perché il 9 marzo parte il lockdown per la pandemia Covid-19.

Un anno dopo, il 15 marzo 2021, a Fuorigrotta viene ucciso Antonio Volpe, commerciante di 77 anni. I killer lo trucidano a pochi passi dalla sua tabaccheria, mentre sta tornando a casa, nella strada del "serpentone" di Fuorigrotta, il tratto iniziale di via Leopardi costellato di negozi e attività commerciali. Un altro omicidio destinato a spezzare gli equilibri: Volpe, ritenuto uomo di fiducia del clan Baratto-Bianco, è il genero di Antonio Bianco "Cerasella" e il luogo dell'agguato è considerato proprio il fortino del clan.

Nei giorni successivi sono diversi gli episodi interessanti dal punto di vista investigativo. Tra questi, il 29 marzo, l‘esplosione di colpi di pistola in via Costantino, che si trova a poca distanza dal "serpentone" ma che è invece ritenuta sotto l'influenza criminale dei Troncone. Poi una "stesa" in via Leopardi, il 30 aprile successivo: i colpi di pistola partono da due moto in corsa, secondo gli investigatori l'obiettivo potrebbe essere un nipote di Volpe che abita nelle vicinanze.

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