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Covid 19

Napoli. Pandemia, rabbia, coprifuoco e una violenza ingiustificabile

La tensione stava salendo da giorni e oggi, allo scoccare delle ore 23 è esplosa in violenti e ingiustificabili scontri di piazza. Pezzi di Napoli rigettano il coprifuoco per il Covid : sono ultras, sono ristoratori ma anche gruppi che sanno bene come organizzare la guerriglia urbana. Domani a Napoli raccoglieremo i cocci delle cose rotte e dei nervi a pezzi, consci del fatto che non abbiamo risolto niente. E che i guai sono lì dove li avevamo lasciati. Citando Gino Bartali: «L’è tutto sbagliato, l’è tutto da rifare».
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Siamo stati purtroppo facili profeti: già da ieri i prodomi di quanto sta accadendo stanotte, le violenze allo scoccare del coprifuoco a Napoli causa Covid, erano chiari a chiunque avesse una minima conoscenza di questa città. Si sono saldati tanti elementi: ristoratori esasperati, ‘guaglioni di fatica' rimasti senza lavoro, spezzoni di politica marginale e aggressiva, gruppi  ultras e sicuramente gruppuscoli ed elementi che conoscono e praticano bene l'attacco preordinato alle forze dell'ordine. Dalla Pignasecca ai Quartieri Spagnoli al Pallonetto di Santa Lucia. E così il perimetro di Palazzo Santa Lucia, lì dove Vincenzo De Luca peraltro non c'è, visto che preferisce Salerno (e ne ha ben donde, verrebbe da dire, vista la serata) è diventato campo di battaglia in una notte troppo mite per essere di fine ottobre quasi novembre, nebbiosa di lacrimogeni, rumorosa di bombe carta, calda di fuoco ai cassonetti.

La rabbia per come si è arrivati a questa seconda fase del Covid in Campania è condivisibile e giusta, la violenza è ingiustificata e ingiustificabile e ampiamente prevedibile. I corpi intermedi e la politica cittadina hanno abdicato ad ogni tentativo di mediazione; De Luca che nel muro contro muro dei poteri speciali ci sguazza non è stato capace di mediare in alcun modo, convinto che le ordinanze emergenziali possano valere a prescindere e per tutti in questa seconda fase dell'ondata del virus.  Luigi De Magistris su Rai3 sentito in diretta mentre c'erano gli scontri si è mostrato incapace di condannarli apertamente. Domani a Napoli raccoglieremo i cocci delle cose rotte e dei nervi a pezzi, consci del fatto che non abbiamo risolto niente. E che i guai sono lì dove li avevamo lasciati. Citando Gino Bartali: «L'è tutto sbagliato, l'è tutto da rifare».

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Giornalista professionista, capo cronaca Napoli a Fanpage.it. Insegna Etica e deontologia del giornalismo alla LUMSA. Ha una newsletter dal titolo "Saluti da Napoli". È co-autore dei libri "Il Casalese" (Edizioni Cento Autori, 2011); "Novantadue" (Castelvecchi, 2012); "Le mani nella città" e "L'Invisibile" (Round Robin, 2013-2014). Ha vinto il Premio giornalistico Giancarlo Siani nel 2007 e i premi Paolo Giuntella e Marcello Torre nel 2012.
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