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Napoli, il carroattrezzi gli sequestra l’auto: lui investe i due operatori per non pagare

La denuncia della Bourelly. L’aggressore ripreso dalle telecamere del deposito. Sul posto polizia e l’ambulanza.
A cura di Pierluigi Frattasi
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Il carroattrezzi gli rimuove l'auto, lui va al deposito e per non pagare il dissequestro investe i due operatori della ditta di rimozione. Scene da panico oggi pomeriggio al deposito della RTI Bourelly Heath Service/VM Service Srl, dove vengono portati e custoditi i veicoli prelevati per il servizio di rimozione forzata per conto del Comune di Napoli. A denunciarlo è la stessa azienda alla quale appartengono le due vittime. "Una persona – scrive la Bourelly – non ha voluto pagare gli oneri dovuti per il rilascio del veicolo sequestrato ed ha investito due nostri operatori che sono finiti entrambi in ospedale".

L'aggressore ripreso dalle telecamere

Il sistema di videosorveglianza interno, per fortuna, ha ripreso tutto e sul posto è intervenuta sia la polizia sia l'ambulanza per soccorrere i feriti. Ma non finisce qui, perché sempre la Bourelly Group, azienda altamente specializzata nel soccorso stradale e nei servizi di emergenza territoriale (118), ha denunciato anche che "nelle ultime 48 ore diversi nostri operatori specializzati nell'assistenza sanitaria e nel soccorso stradale sono stati deliberatamente aggrediti mentre garantivano un pubblico servizio ai cittadini. Ieri a Caserta un nostro operatore del 118 è stato aggredito e ha dovuto fare ricorso alle cure mediche. Per lui una prognosi di 10 giorni a causa di significative ferite alla testa.

Bourelly: "Basta aggressioni"

La nostra azienda – sottolinea l'amministratore Guido Bourelly – effettua servizi indispensabili di pubblica utilità che richiedono tutela e protezione, anche da parte delle forze dell'ordine. Le aggressioni sono ormai all'ordine del giorno e tutti i nostri operatori rischiano continuamente la propria incolumità per aiutare gli altri e soccorrere chi ha bisogno. Ormai è una situazione insostenibile, lavoriamo in condizioni che fanno pensare alle zone di guerra, visto che chi opera per aiutare gli altri rischia la vita e l'incolumità per i comportamenti aggressivi e ingiustificati di persone violente. Chiediamo a gran voce alle istituzioni di intervenire, non solo per la nostra incolumità, ma anche per assicurare che servizi pubblici e indispensabili non vengano interrotti a causa delle continue aggressioni che subiamo" .

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