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La tragedia della Cesarea: il 15 maggio 1961 un filobus si schiantò uccidendo 3 persone

Il giorno 15 maggio del 1961 un vecchio filobus stracarico della linea 249 dell’Atan ruppe i freni e si schiantò al termine di una folle corsa sulla discesa della Cesarea in via Salvator Rosa. Tre le vittime, 143 i feriti. A distanza di molti anni il Comune di Napoli ha voluto ricordare la tragedia e le persone morte apponendo una targa.
A cura di Redazione Napoli
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Il 15 maggio del 1961 Napoli fu ferita da una tragedia che ancor oggi viene ricordata: un filobus, il 249 barrato dell'allora Atan, ruppe i freni nel tratto in discesa di via Salvator Rosa, a Napoli, nella zona conosciuta come la discesa della ‘Cesarea', cuore del quartiere Avvocata, poco prima del liceo classico Vico: ci furono 3 morti e 143 feriti.
Giovanni Cascone, Gabriella Granieri e Concetta Marchiello persero la vita, le cronache delle poca narrano di polemiche a non finire perché quel mezzo, un Alfa Romeo, era vecchio e stracarico. Dopo anni il ricordo di quel dramma è ancora vivo. E il Comune di Napoli, venendo incontro ad una esigenza rappresentata dalla Seconda Municipalità che oggi col decentramento amministrativo è la struttura competente sul territorio, ha apposto una targa per ricordare quanto avvenuto.

"All'epoca della disgrazia – dice Antonio Granieri, fratello di Gabriella, 17enne, una delle vittime dell'incidente – non avevo ancora 10 anni. Questo episodio tragico ha segnato la mia esistenza e non ho mai dimenticato della mia piccola sorella. Ho scritto una lettera al sindaco di Napoli, de Magistris, per chiedergli apertamente se fosse possibile avere un ricordo di queste tre povere persone". Insieme con Gabriella Granieri nell'incidente morirono Giovanni Cascone e Concetta Marchiello.  Nell'apporre la targa  il 14 gennaio 2019, l'assessore di Napoli, Alessandra Clemente ha  spiegato che "È il segno tangibile di una città che ricorda e riconosce l'impegno dei familiari che non hanno consentito l'oblio e rappresenta un monito affinche' tragedie del genere non si verifichino più. Questa targa viene da una forte volontà, che ciò che è accaduto non si ripeta in futuro e soprattutto rappresenta un abbraccio civico a queste famiglie e a chi si è battuto per non dimenticare".

La targa commemorativa
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