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L'omicidio di Giovanbattista Cutolo a Napoli

Morte di Giovanbattista Cutolo, il maestro Mallozzi: “Ai Quartieri Spagnoli bimbi senza nessuno. Educhiamoli con la musica”

Il maestro Giuseppe Mallozzi dell’Orchestra sociale Sinfonica dei Quartieri Spagnoli a Fanpage.it: “La morte di Giovanni non è stata un caso, ma colpa di un sistema che non sa costruire una società giusta”
A cura di Pierluigi Frattasi
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"Siamo attoniti, confusi e arrabbiati. Giovanni era un musicista molto bravo, sensibile, cosciente e responsabile. Abbiamo suonato tante volte insieme. Quello che è accaduto non è stato un caso, ma il prodotto di una società che ignora le vere prassi perché si costruisca una società giusta. Qui abbiamo avuto bimbe e bimbi senza nessuno, giovanissimi che poi sono andati al liceo musicale e al conservatorio. Perché non si investe sulle orchestre sociali? Avviciniamo i ragazzi alla bellezza attraverso la musica. Creiamo tante orchestre sociali". Sono cariche di dolore le parole di Giuseppe Mallozzi, direttore dell'Orchestra Sinfonica dei Quartieri Spagnoli a Napoli, pronunciate ai microfoni di Fanpage.it.

"Avviciniamo i giovani alla bellezza con la musica"

Un'orchestra sociale con la quale collaborava anche Giovanbattista Cutolo, il musicista 24enne, suonatore di corno, ucciso a piazza Municipio a colpi di pistola all'alba del 31 agosto scorso. L'orchestra sinfonica dei Quartieri Spagnoli ha sede a Spaccanapoli. Il dolore del maestro e dei ragazzi dell'orchestra per la scomparsa di Giogiò è forte. "Qui cerchiamo di costruire la bellezza attraverso la pratica della musica – racconta il Maestro Mallozzi – è tutto gratuito. Ognuno dona il sapere che ha all'altro e gli consente di fare esperienza della bellezza, attraverso la musica". Costruire un "sistema di orchestre" è proprio il tema del workshop organizzato dalla scuola di musica il prossimo 12 ottobre su José Antonio Abreu e il suo modello didattico musicale: "El Sistema".

Giovanbattista ha suonato tante volte nell'orchestra dei Quartieri Spagnoli. "Era molto bravo – riprende Mallozzi – Insieme abbiamo eseguito il ‘Bolero' di Ravel e ‘Quadri di un'esposizione' di Musorgskij con orchestrazione Ravel. Lui era il primo corno. Abbiamo anche organizzato il sestetto di Strauss per fiati, la seconda serenata di Brahms. Brani molto complessi. Il corno è strumento difficile, ha una imboccatura stretta ed è grande".

"Creiamo una rete di orchestre sociali"

"La questione della sicurezza – spiega Mallozzi – non è solo di ordine pubblico. Dobbiamo creare le condizioni perché una persona veda il mondo in maniera positiva e agisca in maniera positiva. Qui da noi abbiamo avuto bambini senza nessuno, giovanissimi che poi sono andati a liceo musicale e al conservatorio. I bimbi che non vanno a scuola oggi ci fanno tenerezza, ma tra 10 anni potrebbero essere persone di cui lo Stato si dovrà occupare. Noi siamo un'altra porta per l'ingresso nella cultura. Potrebbero segnalarli a noi i ragazzi a rischio, per farli entrare nel mondo del sapere. Ma bisogna creare una rete di orchestre sociali, dove tutti gli attori del sociale possano comunicare e condividere i dati. In una orchestra ogni componente ha un compito: deve contribuire al progetto comune del brano. Questo educa a diventare cittadini. Nel 1600 i conservatori a Napoli sono nati anche per accogliere i bimbi che erano dediti ad azioni anche malavitose. In Campania la Regione ha finanziato la costituzione di bande nelle parrocchie, ma perché i laici non possono partecipare? Il nostro è un investimento sui giovani".

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