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Migranti, la Questura di Napoli in ritardo con i permessi. La Cgil: “Un anno per una pratica”

La Cgil denuncia l’impressionante ritardo dell’ufficio immigrazione della Questura di Napoli nell’analisi per il rinnovo dei permessi di soggiorno per i migranti regolari che lavorano tra Napoli e provincia. “Fino a 8 mesi di attesa per una foto segnaletica e altri quattro per avere il permesso, intervenga il Ministro Lamorgese”.
A cura di Antonio Musella
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La vita dei cittadini stranieri che lavorano nel nostro paese è legato al rinnovo del permesso di soggiorno, compito che viene svolto dagli uffici immigrazione delle questure locali. I ritardi nell'analisi delle pratiche sono purtroppo all'ordine del giorno, ma l'ufficio immigrazione della Questura di Napoli, come denuncia la Cgil, sta raggiungendo dei ritardi record. Lungaggini che rischiano di compromettere la vita quotidiana dei migranti regolari che lavorano nell'area metropolitana partenopea. Si arriva, secondo la Cgil, ad un anno di ritardo tra la consegna di tutti i documenti necessari e l'esito della pratica. 

Fino ad un anno di ritardo per il rinnovo del permesso

I dati sui ritardi dell'ufficio immigrazione della Questura di Napoli, denunciati dalla Cgil, sono impietosi. "Si arriva ad 8 mesi di attesa per una foto segnaletica", spiega Enzo Annibale della Cgil immigrazione di Napoli, "più altri quattro mesi per vedersi consegnato il permesso di soggiorno". La media dei ritardi è di dodici mesi: "Un anno è il periodo durante il quale migliaia di persone vengono lasciate senza un documento valido che consenta loro di viaggiare, lavorare, ottenere un contratto di lavoro, non vedersi bloccata una pensione di invalidità, una indennità di disoccupazione. Un anno senza poter vivere dignitosamente" spiega Annibale. Nella sola provincia di Napoli secondo le statistiche risiedono circa 131.000 migranti che lavorano nelle attività produttive dell'area metropolitana. La comunità più numerosa nella regione è quella ucraina, con il 16,8% dei residenti. Peggio ancora va a chi è in attesa di regolarizzazione: "C'è chi ha fatto domanda per il permesso di soggiorno per la prima volta nell'agosto del 2020 – sottolinea il sindacalista – ma ad oggi, agosto 2021 non conosce assolutamente nulla sull'esito della sua pratica". Per chi invece all'inizio del mese di agosto di quest'anno si è recato all'ufficio immigrazione della Questura di Napoli in via Galileo Ferraris per richiedere per la prima volta il permesso di soggiorno, è stato dato appuntamento ad aprile 2022, come dimostra la ricevuta consegnata da un migrante al sindacato. In questo modo la situazione organizzativa dell'ufficio della Questura di Napoli sembra proprio molto lontana dal trovare un miglioramento.

Sanatoria truffa: analizzate 100 pratica su 19.000 domande

Va ancora peggio se si analizzano invece i dati della sanatoria per i braccianti voluta dall'ex Ministro dell'Agricoltura Teresa Bellanova lo scorso anno, misura che doveva servire ad attenuare il fenomeno del caporalato nelle campagne. Fenomeno che riguarda da vicino anche la Campania, in particolar modo le province di Napoli e Caserta, dove la manodopera che lavora in agricoltura è per la maggior parte straniera e vittima dei fenomeni di sfruttamento e caporalato. Solo a Napoli e provincia su 19.000 domande consegnate risultano analizzate solo 100 pratiche, come ha denunciato il Movimento Rifugiati e Migranti che lo scorso giugno tenne una manifestazione davanti alla Prefettura di Napoli per denunciare i ritardi. L'appello della Cgil va direttamente al Ministro degli Interni Luciana Lamorgese: "Sarebbe auspicabile che, certi del fatto che quello che accade a Napoli, sia ovviamente a conoscenza del Viminale, il Ministro decida di intervenire per ridurre il più possibile queste vergognose attese che ledono i diritti civili di tante persone".

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