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Maria Chiara disabile e cieca laureata con 110, il prof: “Esempio per tutti. Pubblicheremo la tesi”

Il professor Ciro Ranisi, dell’Università Suor Orsola Benincasa, relatore della tesi di Maria Chiara, la 26enne disabile e cieca laureatasi con 110 e lode: “Maria Chiara è un esempio di grande impegno, una lezione di vita per tutti noi. In lei troviamo cultura, dedizione, tenacia e tantissima dolcezza. Credo che quando ci sono queste doti, si va sempre avanti. Ha conseguito brillantemente 110 e lode con una ottima tesi. Se è possibile pensare di valorizzarla? Certo, si può pensare alla pubblicazione in futuro o a farne un articolo”.
A cura di Pierluigi Frattasi
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“Maria Chiara è un esempio di grande impegno, una lezione di vita per tutti noi. In lei troviamo cultura, dedizione, tenacia e tantissima dolcezza. Credo che quando ci sono queste doti, si va sempre avanti. Ha conseguito brillantemente 110 e lode con una ottima tesi. Se è possibile pensare di valorizzarla? Certo, si può pensare alla pubblicazione in futuro o a farne un articolo, perché no”. A parlare è Ciro Ranisi, il professore di Maria Chiara, la ragazza di 26 anni affetta da disabilità e cecità fin da piccola, laureatasi con 110 e lode, la settimana scorsa, all'Università Suor Orsola Benincasa di Napoli. Il professor Ranisi, che insegna Lingua e traduzione francese I e II, ai corsi di laurea in Scienze della formazione primaria e Lingue e culture moderne, è stato il suo relatore e ha seguito Maria Chiara fin dalla triennale.

Professore, quali ricordi ha dell'esperienza universitaria di Maria Chiara?

“È stato un bellissimo percorso di crescita per tutti. All'inizio non ero sicuro di come approcciarmi alla disabilità, non volevo metterla in difficoltà in aula. Poi, invece, mi sono reso conto che trattarla con estrema naturalezza, come si fa con tutti gli studenti, era il modo migliore. Se io ad un certo punto della lezione chiamavo uno studente alla lavagna per far mettere in pratica una cosa che gli avevo spiegato, con lei ho cominciato a farlo fare oralmente e i risultati sono stati entusiasmanti”.

Da quanto tempo conosce Maria Chiara?

“Ho seguito Maria Chiara nel suo percorso universitario e sono stato relatore anche della sua tesi per la triennale, che ha conseguito brillantemente con 110 e lode e poi mi chiesero di seguirla per la laurea magistrale e secondo me è veramente un esempio che la disabilità in fondo non esiste e bisogna capire chi invece sono le persone normali”.

È più difficile imparare le lingue per chi è affetto da cecità?

“No. Molti miei studenti lavorano con il sistema braille. Maria Chiara no. Ha lavorato molto sull'ascolto. All'inizio mi chiese l'autorizzazione di poter registrare tutte le mie lezioni, come ha fatto anche con altre discipline e ha sempre lavorato sulla memoria, che lei ha sviluppato in una maniera incredibile. Maria Chiara è veramente brava e preparata. Io insegno francese e nella mia materia non si può barare. O lo parli o no. E Maria Chiara lo parla benissimo.

Come avete affrontato la preparazione della tesi durante il Coronavirus?

“Lei in realtà ha avuto la fortuna, tra virgolette, di aver già finito gli esami prima che scoppiasse il lockdown. Quindi io ho seguito la tesi a distanza. Maria Chiara mi inviava i capitoli e io li correggevo a distanza, ma in realtà eravamo già a buon punto. Non abbiamo avuto grandi difficoltà”.

Cosa si augura per Maria Chiara?

“Io sono sicuro che lei possa tranquillamente trovare qualcosa nel mondo del lavoro. Immagino la traduzione simultanea e tante altre cose che le lingue offrono anche a chi non è normodotato”.

È l'unico caso di quello di Maria Chiara nei suoi corsi?

“No, ne abbiamo tanti. Io sto seguendo adesso un laureando, un signore sposato non vedente, ma non frequentante i corsi, che sta preparando anche lui una bella tesi. Il nostro ateneo è proprio questo: la risposta che la disabilità si può sconfiggere”.

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