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“Madre 40enne di due figli: lavoravo come commessa al Vomero per 600€ al mese e sono scappata”

Cercava un lavoro stabile, ha trovato precariato e vessazioni: la storia di una donna quarantenne, madre di due bambini, raccontata a Fanpage.it.
A cura di Pierluigi Frattasi
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Immagine di repertorio
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"Ho 40 anni, due bambini, e ho deciso di tornare a lavorare dopo aver fatto la mamma a tempo pieno per molti anni. Dopo molti tentativi, ho risposto a un annuncio sui social e per 3 mesi ho lavorato in una boutique del Vomero come commessa tutti i giorni, dal lunedì al sabato, spesso anche oltre 8 ore al giorno. Tutto per uno stipendio di 600 euro al mese, a nero, con pagamenti spesso in ritardo. Quando ho chiesto la puntualità del giorno di paga, perché mi servivano i soldi, mi hanno insultata e mortificata. Non mi sono mai sentita così umiliata in 40 anni. Sono andata via, ma non è giusto che funzioni così".

A raccontare la sua storia a Fanpage.it è Giuliana (nome di fantasia) di una mamma napoletana che ha chiesto di restare anonima. "Io ho lavorato da ragazza in ufficio prima di sposarmi – ricorda la donna – Poi, ho seguito mio marito che ha un lavoro fisso e mi sono dedicata ai nostri figli. Adesso che sono cresciuti, mi sono voluta rimettere in gioco. Ho mandato tanti curriculum anche ai centri per l'impiego, ma non ho avuto risultati. Alla fine ho trovato un lavoro da commessa in questa boutique del Vomero, piccola ma abbastanza importante, rispondendo a un annuncio sui social".

"Ho chiesto un contratto, non l'ho mai avuto"

Cosa è accaduto dopo lo ricostruisce la stessa Giuliana. "All'inizio erano gentili. Ho chiesto subito di avere un contratto. Io non percepisco Rdc o altri sussidi. Mi hanno detto che me lo avrebbero fatto. Ma in tre mesi non l'ho mai visto. L'impiego doveva essere un part-time di 4 ore, ma in realtà ho lavorato tutti i giorni, dal lunedì al sabato, spesso anche oltre 8 ore al giorno. Per uno stipendio di 600 euro al mese. A nero. In 3 mesi oltre al mio lavoro di commessa ho acquisito anche nuovi clienti e contribuito a rilanciare il negozio. Mi hanno chiesto orari prolungati, il sabato anche tutta la giornata".

"Ritardi nei pagamenti e stipendi ridotti"

Ma non tutto è andato bene, purtroppo. Il desiderio della mamma 40enne di un lavoro stabile non è stato esaudito. "I primi problemi sono iniziati il primo giorno di paga. L'importo dello stipendio, infatti, non era quello prospettato all'inizio. Ho protestato, ma alla fine ho accettato. Il secondo mese nel giorno di paga non mi hanno pagato. Ho chiesto informazioni e mi hanno chiesto di aspettare un paio di giorni. Il giorno concordato, però, mi hanno avvisato che non sarebbero venuti in negozio. Io  avevo bisogno di quei soldi, così dopo una giornata intera a lavoro la sera ho insistito e chiesto di pagarmi. Alla fine sono venuti, mi hanno pagato, meno di quanto mi spettasse, buttandomi i soldi in faccia. Io sono andata via. Non mi sono mai sentita più umiliata in 40 anni".

Lo sfogo: "Serve più giustizia"

"So che di storie come queste, purtroppo, se ne sentono tante – conclude la donna il suo lungo racconto – Ma non è giusto cacciare una persona che sta chiedendo un suo diritto. Penso che al mio posto la prossima volta potrebbe esserci una persona che magari ha più bisogno di me e che subirà forse maltrattamenti anche peggiori di quanti ne ho subiti io. O ancora una ragazza al primo impiego con prospettive e tanta positività alla quale saranno tagliate le ali".

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