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Elezioni amministrative Napoli 2021

Ma chi se ne frega della fede calcistica dei candidati a sindaco di Napoli

Cosa c’entra la competizione elettorale per il prossimo sindaco di Napoli col tifo calcistico? Il candidato di Pd e M5S Gaetano Manfredi ha ammesso di essere juventino. Ma la ‘fede’ calcistica cosa toglie e cosa mette al progetto politico per una città che oggi si presenta disastrata sotto molti punti di vista?
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Quando si dice non avere proprio il senso della storia. Achille Lauro, il sindaco destrorso e populista fu anche appassionato presidente del Calcio Napoli negli anni Cinquanta ma non è passato certo alla storia come un grande amministratore pubblico (certo, dipende dai punti di vista).

Da quando c'è l'elezione diretta del sindaco di Napoli i primi due sindaci eletti dai cittadini, Antonio Bassolino e Rosa Russo Iervolino non hanno avuto un rapporto ‘appassionato', di simbiosi con la squadra: la vecchia scuola del Partito Comunista e quella della Democrazia Cristiana evidentemente suggerivano di non sottovalutare mai la passione sportiva di popolo ma nemmeno di farne progetto politico.

Luigi De Magistris è stato un caso a parte: tutti lo conoscevano come interista proveniente da storica famiglia di tifosi nerazzurri. Egli si è trasformato in tifoso del Napoli e amen: chi ci ha voluto credere ci ha creduto, chi non se l'è bevuta non ha battuto ciglio.

La domanda è una: perché dovrebbe fregarci qualcosa della passione calcistica di un candidato a sindaco di Napoli oggi?

La discussione nasce perché  Gaetano Manfredi, candidato sindaco del Partito Democratico e del Movimento Cinque Stelle alle prossime elezioni comunali di Napoli ha candidamente ammesso in radio di tifare per l'odiatissima Juventus:

Tifoso del Napoli? È uno dei miei difetti, non lo sono. Seguo il calcio, ma non sono tifoso del Napoli. Tifo per la Juventus, quindi essere juventini a Napoli è una cosa molto particolare.  Abito a Nola, e la squadra della mia città ha la maglia bianconera: da questa similitudine mi sono avvicinato alla Juventus.

Prendiamo a prestito una frase di un grande dirigente sportivo, il napoletano e interista Peppino Prisco, contenuta in un bell'amarcord del Napolista: «Perché confondere i problemi della città di Napoli con i problemi della società di calcio Napoli?».

Dunque perché un sindaco avrebbe bisogno della fede calcistica per risolvere i problemi di una città indebitata, caotica, mal tenuta, frastornata e sciupata dal degrado? Forse di fede ha bisogno, il futuro sindaco, ma di quella in San Gennaro. Che probabilmente pure si sarà scocciato di sentirsi pregare ad ogni elezioni amministrativa.

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Giornalista professionista, capo cronaca Napoli a Fanpage.it. Insegna Etica e deontologia del giornalismo alla LUMSA. Ha una newsletter dal titolo "Saluti da Napoli". È co-autore dei libri "Il Casalese" (Edizioni Cento Autori, 2011); "Novantadue" (Castelvecchi, 2012); "Le mani nella città" e "L'Invisibile" (Round Robin, 2013-2014). Ha vinto il Premio giornalistico Giancarlo Siani nel 2007 e i premi Paolo Giuntella e Marcello Torre nel 2012.
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