Lungomare pedonale con i basoli di Sicilia e Puglia, no delle associazioni: “Mai a Napoli”
“Non comprendiamo l’impiego dei basoli in pietra lavica etnea sul Lungomare di Napoli, né in altre zone della città. Con tutto il rispetto della loro provenienza, non hanno nulla a che vedere con il nostro basolato vesuviano che giace nei vari depositi della città e che potrebbe essere riutilizzato a costo zero senza oneri aggiuntivi”. Non le manda a dire Antonio Pariante, presidente del comitato Santa Maria di Portosalvo, che boccia la scelta del Comune di Napoli di ripavimentare via Partenope con la pietra dell’Etna e quella di Trani, in Puglia, al posto dell’asfalto.
Il Comune di Napoli ha approvato il progetto esecutivo di restyling del Lungomare. Costo dei lavori 13,5 milioni di euro. Il piano prevede di pedonalizzare permanentemente il Lungomare nel tratto da piazza Vittoria al Molosiglio, dove resterebbero solo due corsie di emergenza, affiancate da una pista ciclabile. Sui marciapiedi allargati sul lato degli edifici ci potranno essere i tavolini dei ristoranti. “Una scelta sbagliata – afferma Pariante – e una spesa veramente eccessiva per un Comune in bancarotta su cui dovrebbe far luce anche la Corte dei Conti”.
Assise Palazzo Marigliano: "Stravolta l'identità di Napoli"
Contrari al progetto anche i cittadini delle Assise di Palazzo Marigliano: “Ribadiamo ancora una volta che il progetto costituisce un intervento su scala urbanistico-ambientale che stravolge uno degli aspetti identitari di Napoli, l’immagine urbana e paesistica per cui è celebre nel mondo. Via Partenope ha gli stessi caratteri stilistici di via Caracciolo, della quale è unitaria continuazione, ed è inimmaginabile che possa assumere forme e colori diversi, cambiandone la pavimentazione e restringendone la carreggiata”.
“Se si attuasse tale progetto – concludono le Assise di Palazzo Marigliano – il fronte litoraneo della città perderebbe il suo respiro spaziale ed il suo valore di percorso continuo, così come si coglie nella straordinaria passeggiata da Mergellina al Porto storico. Inoltre, il restringimento della carreggiata e la pedonalizzazione definitiva costituiscono una scelta sciagurata, soprattutto perché la strada costituisce l’unica via di fuga esistente tra le due zone ad altissimo rischio vulcanico del Vesuvio e dei Campi Flegrei. Pertanto, le Assise rinnovano l’appello al Governo perché impedisca, in osservanza del vincolo paesistico del 27/5/98, una scelta in palese contrasto con l'interesse pubblico e con l'immagine storica della città”.