
«Non ci sono terze vie», dice Vincenzo De Luca: o conviviamo col virus rispettando le regole con sacrificio, tipo la mascherina o chiudiamo tutto. «Se nei prossimi 3-4 giorni verificheremo che la curva del contagio si aggrava, noi chiuderemo tutto». Eccessivo o no, ha una linea, il presidente rieletto (col 70%) alla Regione Campania: regole per tutti o chiudiamo tutto. Fosse coerente, sarebbe da apprezzare.
Ma Vicienzo coerente non è, men che meno dopo la sbornia elettorale: con una mano intima Alt! A cinghialoni runner, a studenti da prendere col lanciafiamme e da oggi anche a chi in Campania passeggia «in allegria» senza la mascherina come Egli ha disposto con ordinanza ad horas, senza manco un po' di preavviso. Con l'altra mano invece manda avanti i tifosi del Calcio Napoli: mille prescelti, fortunati (selezionati da chi?) potranno infatti prendere parte alla partita dei loro beniamini riaprendo lo stadio San Paolo al pubblico. Diranno i soliti ottimisti che mille persone sono poca cosa in un catino che ne contiene decine di migliaia. Ma dovranno passare per i tornelli e prima ancora accedere all'impianto arrivando come? Auto, moto, metro, taxi? Perché per il calcio quest'occhio di riguardo e per gli altri cittadini della Campania invece calci in faccia?

A voler essere maliziosi viene in mente il clamoroso endorsement a urne aperte che Aurelio de Laurentiis il presidente padre-padrone del Calcio Napoli fece domenica scorsa in favore di Vincenzo De Luca. Altrimenti non si spiega perché la Regione Campania decida questa grande fiducia nei confronti del Calcio Napoli e dei suoi tifosi, non si spiega nemmeno il cambio di tono: tifosi godetevi lo spettacolo versus chiudiamo tutto se non cala il numero dei contagi (come se dipendesse solo ed esclusivamente dai cittadini della Campania).
