62 CONDIVISIONI

Le mani dei Casalesi sui supermercati Jolly e Pellicano, così il clan controllava la distribuzione

Il clan dei Casalesi, tramite complici e prestanomi, aveva un ruolo di primo piano nel settore della grande distribuzione alimentare nel Casertano: lo hanno scoperto i carabinieri del Ros, con una indagine che ha svelato i collegamenti di Filippo Capaldo, erede di Michele Zagaria, con allevamenti, caseifici, aziende di distribuzione e catene di supermercati.
A cura di Nico Falco
62 CONDIVISIONI
Immagine

Distribuzione all'ingrosso, supermercati, allevamenti, caseifici e fabbriche, oltre a investimenti a Tenerife, in Spagna: l'indagine condotta dai carabinieri del Ros e del Nic svela un ennesimo spaccato delle infiltrazioni camorristiche nel tessuto produttivo, ricostruendo gli interessi del clan dei Casalesi in aziende  e società di primo piano operanti in tutto il Casertano. Perno dell'inchiesta è la figura di Filippo Capaldo, nipote ed erede designato di Michele Zagaria "Capastorta", che tramite complici, soci e prestanomi aveva raggiunto una posizione dominante nel settore della grande distribuzione alimentare.

Il lavoro degli inquirenti ha portato a un'ordinanza applicativa di misure cautelari per 12 persone, emessa dal Tribunale di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia partenopea; i destinatari, ritenuti intranei o collegati al clan dei Casalesi, sono accusati di associazione per delinquere di tipo mafioso, riciclaggio e intestazione di beni con l'aggravante di avere agito per favorire la fazione Zagaria del gruppo camorristico radicato nel Casertano. Il provvedimento è stato eseguito oggi, 22 gennaio, dai carabinieri del Ros e dalla Polizia Penitenziaria del NIC (Nucleo Ivestigativo Centrale). Tra i provvedimenti ci sono 4 misure interdittive della sospensione dell'esercizio di impresa per un anno nei confronti di 4 persone titolari di aziende riconducibili al gruppo criminale.

Le indagini sono state svolte tra il febbraio 2016 e il maggio 2019. Gli investigatori hanno ricostruito il ruolo di Filippo Capaldo, delfino di Zagaria, che fino a quando era stato sottoposto al regime carcerario del 41bis era stato alla guida del clan, assumendo una posizione dominante nella grande distribuzione alimentare con la collaborazione dei fratelli Nicola e Mario Francesco e dei complici Paolo Siciliano e Alfonso Ottimo.

Il ruolo di primo piano era arrivato con la partecipazione a numerose aziende operanti nel Casertano, tutte risultate collegate alla famiglia Capaldo. Nelle indagini spuntano i nomi della "Distribuzione Siciliano Srl", del commercio all'ingrosso di alimentari, delle catene di supermercati "Pellicano" e "Jolly Market" (21 punti vendita nella provincia di Caserta), delle aziende "Ovopiù di Gravina Giuseppe" e "I sapori di bufala", della "3K srls", attiva nella produzione e nella vendita dei prodotti in plastica ad uso alimentare, e della "Santa Maria srl", usata per distribuire nel Casertano il latte a marchio Parmalat dopo la confisca della "Euromilk srl". Inoltre, i Capaldo avevano investito a Tenerife, dove dal 2017 avevano avviato una attività di noleggio veicoli.

62 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views