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L’Aicast di Melito base degli Scissionisti, fatture per scaricare il pizzo: 31 arresti

C’è anche il presidente dell’Aicast di Melito tra i 31 arrestati del blitz contro gli Amato-Pagano, tra Napoli e Caserta: la sede dell’associazione era la base operativa del clan. Scoperto un inedito sistema di estorsione: le vittime ricevevano in cambio una fattura falsa per scaricare il pizzo come costi dell’attività.
A cura di Nico Falco
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La sede dell'Aicast (Associazione Industria, Commercio, Artigianato,Servizi e Turismo) di Melito come base operativa, fatture false da consegnare ai commercianti per permettere loro di "scaricare" le estorsioni come una spesa dell'attività e quindi detrarla dalle tasse. Sono alcuni dei particolari emersi dalle indagini sul clan Amato-Pagano, che hanno portato all'emissione dell'ordinanza da 31 misure cautelari (22 in carcere e 9 ai domiciliari) eseguita oggi da Polizia di Stato e Guardia di Finanza contro il clan degli Scissionisti di Scampia.

Arrestato presidente dell'Aicast di Melito

Gli inquirenti hanno ricostruito un sistema criminale che, con traffico di droga ed estorsioni, e con l'appoggio di complicità insospettabili, estendeva l'influenza su diversi comuni dell'hinterland napoletano e sui quartieri della periferia nord della città, ma teneva sotto scacco con un controllo capillare il comune di Melito, dove poteva contare sul supporto del presidente dell'Aicast (ex Ascom), associazione rappresentativa di diverse categorie commerciali, industriali e artigianali: sfruttando il proprio ruolo Antonio Papa, anche lui tra i destinatari della misura, secondo le indagini degli specialisti del Gico della Guardia di Finanza poteva favorire il clan attraverso rapporti con commercianti e imprenditori e gli stessi summit di camorra si tenevano nella sede dell'associazione.

Blitz contro gli Scissionisti, 31 arresti tra Napoli e Caserta

Il blitz è partito alle prime ore di oggi, 8 giugno, tra le province di Napoli e Caserta, in esecuzione dell'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Napoli. Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione, intestazione fittizia di beni, traffico di stupefacenti, reati aggravati dal metodo mafioso. Dei destinatari di misura cautelare 3 sono beneficiari di reddito di cittadinanza e altri 5 risultano inseriti in nuclei familiari percettori del beneficio; per questi è partita la segnalazione all'Inps.

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti il clan Amato-Pagano, nato nel 2004 con la prima Faida di Scampia dalla scissione del clan Di Lauro, negli anni avrebbe continuato a mantenere il controllo tra Melito, Mugnano ed Arzano, del mercato all'ingrosso della cocaina nell'area nord di Napoli e delle estorsioni a Melito, Mugnano, Casavatore e Arzano.

L'attuale reggente del clan sarebbe Marco Liguori, col supporto di esponenti di spicco storici come Fortunato Murolo (probabile suo successore alla guida della cosca), Salvatore Roselli e Raffaele Tortora. Liguori è stato indicato anche da alcuni testimoni di giustizia come l'unico in grado di prendere decisioni per gli Amato-Pagano, indicando strategie e delegando incarichi operativi ad affiliati di sua fiducia.

Antonio Papa davanti alla sede dell'Aicast
Antonio Papa davanti alla sede dell'Aicast

Fatture false per scaricare le estorsioni

Gli inquirenti hanno accertato che il clan imponeva il pizzo a circa 500 operatori commerciali di Melito ogni anno, oltre a interessarsi direttamente del settore delle onoranze funebri attraverso la selezione di specifiche ditte di cui possedeva delle quote. Oltre alle estorsioni classiche, ovvero la richiesta di denaro in tre rate annuali, a Natale, Pasqua e Ferragosto, camuffata con l'acquisto obbligato di gadget, il clan aveva escogitato un altro sistema che, verosimilmente, serviva per rendere le vittime più malleabili.

Dalle indagini è emerso che i commercianti taglieggiati potevano infatti ricevere una fattura al fronte del pizzo, in modo da scaricare il pagamento come se fosse un costo relativo all'attività. Il documento, apparentemente regolare, veniva emesso da una ditta compiacente, a cui la vittima versava il pagamento tramite bonifico e che prelevava i contanti e li consegnava al clan, trattenendo l'importo corrispondente all'Iva.

Due vigili di Melito in affari con gli Amato-Pagano     

Dagli accertamenti è emerso il coinvolgimento di due agenti della Polizia Municipale di Melito. I due avrebbero effettuato controlli in attività commerciali e cantieri edili e, dopo aver contestato delle irregolarità, non avrebbero emesso verbali ma avrebbero consigliato alle vittime di rivolgersi ai rappresentanti del clan per evitare conseguenze.

Sequestri per oltre 25 milioni di euro

Oltre alla sede dell'Aicast, considerata quartier generale di gran parte dei membri del clan, sono stati sequestrati beni tra Campania, Molise ed Emilia-Romagna. Nel bilancio 18 aziende, 5 delle quali di onoranze funebri, 12 tra fabbricati e terreni, 34 autoveicoli, denaro su oltre 300 rapporti finanziari. Complessivamente il valore dei beni sequestrati supera i 25 milioni di euro.

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Blitz anticamorra, 31 arresti negli Amato-Pagano

Destinatari di custodia cautelare in carcere, arrestati dalla Guardia di Finanza, sono: Rosario Balido (Napoli, 8-01-1955); Giovanni Boggia (Melito, 25-04-1954); Francesco Capozzi (Melito, 2-08-1956); Salvatore Chiariello (Napoli, 07-08-1972); Claudio Cristiano (Napoli, 30-06-1991); Domenico De Mase (Mugnano, 13-03-1975); Raffaele De Panicis (Napoli, 4-03-1987); Gianni Maisto (Aversa, 13-11-1984); Stefano Maisto (Melito, 28-03-1964); Giovanni Marrone (Melito, 16-11-1957); Antonio Miliardi (Napoli, 31-08-1978); Antonio Papa (Melito, 7-09-1961); Rocco Papa (Napoli, 22-02-1968); Giuseppe Pellecchia (Napoli, 27-11-1981); Andrea Severino (Napoli, 10-11-1975); Giuseppe Sinistro (Napoli, 13-05-1978); Nicola Schiavone (Napoli, 9-09-1985).

Destinatari di ordinanza di custodia cautelare in carcere, arrestati dalla Squadra Mobile: Sebastiano Aruta (Napoli, 7-05-1986); Marco Liguori (Napoli, 17-06-1985); Fortunato Murolo (Napoli, 29-12-1970); Salvatore Roselli (Napoli, 20-02-1976); Raffaele Tortora (Napoli, 27-02-1965).

Destinatari degli arresti domiciliari, arrestati dalla Guardia di Finanza: Andrea Coppola (Napoli, 18-06-1980), Gaetano Marrone (Melito, 13-01-1962), Luigi Marrone (Aversa, 11-07-1975), Eduardo Moio (Napoli, 18-09-1972), Vincenzo Maglione (Napoli, 25-09-1982), Michele Riso (Napoli, 8-02-1979), Nicolina Boggia (Aversa, 11-08-1980), Domenico Di Girolamo (Giugliano, 20-08-1967), Maria De Luca (Napoli, 24-09-1972).

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