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La storia di Vitale Agrillo, il medico che curava i napoletani per sole 500 lire

Non tutti conoscono la storia del dottor Vitale Agrillo, originario di Fuorigrotta, alla periferia occidentale di Napoli che, nel Secondo Dopoguerra, curava i napoletani facendosi corrispondere una parcella di 500 lire. Le cronache narrano che il costo così basso delle sue prestazioni derivasse da un voto fatto in Africa durante la Seconda Guerra Mondiale.
A cura di Valerio Papadia
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A Napoli, quando si pensa a un medico benefattore, salta subito alla mente San Giuseppe Moscati, il medico santo che, a cavallo tra l'Ottocento e il Novecento, ha dedicato la sua vita a curare i napoletani nello storico ospedale degli Incurabili. Moscati, però, non è stato l'unico medico che si è prodigato per i napoletani in maniera disinteressata e altruistica. Non tutti, infatti, conoscono la storia del dottor Vitale Agrillo, originario di Fuorigrotta, quartiere della periferia occidentale di Napoli. Agrillo, nel Secondo Dopoguerra, si è prodigato a curare i napoletani di ogni estrazione sociale; la sua parcella era sempre la stessa: sole 500 lire.

Si dice che il costo così basso delle sue prestazioni derivasse da un voto fatto in Africa durante la Seconda Guerra Mondiale, alla quale il dottor Agrillo prese parte come ufficiale della Marina Militare proprio con incarichi medici. Spesso, però, Agrillo non riceveva alcun compenso per le sue prestazioni. Ad Agrillo è stata dedicata una strada all'angola tra via Cumana e via Caio Duilio, proprio nella sua Fuorigrotta.

La storia del dottor Vitale Agrillo

Nato, come detto, nel quartiere napoletano di Fuorigrotta il 15 giugno del 1909, come riferisce in uno scritto L. Magrj, Vitale Agrillo si laurea in Medicina e Chirurgia all'Università Federico II di Napoli nel 1934 con il massimo dei voti, per poi conseguire l'abilitazione all'esercizio della professione medica nel 1935.

Dopo la laurea, Agrillo presta servizio come sottotenente di complemento medico nella Marina Militare, per poi partecipare alla campagna in Etiopia, imbarcato sulla nave Cesarea come chirurgo. Nel 1939, con l'entrata in guerra dell'Italia, Agrillo viene richiamato alle armi e inviato in Africa orientale con il grado di tenente medico.

Nel 1941 viene fatto prigioniero dall'esercito britannico e viene impiegato come medico nei campi di prigionia fino al 1943, quando viene finalmente rimpatriato in Italia, dove, come detto, nella sua Napoli, si dedicò al bene della comunità fino alla morte, avvenuta a circa 80 anni.

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