La famiglia di Rossella, morta a Napoli dopo il pranzo di sushi: “Non accusiamo ristorante”

La famiglia di Rossella Di Fuorti, la 40enne napoletana morta il 9 febbraio scorso nella sua casa di Soccavo, poco dopo aver mangiato sushi in un ristorante giapponese della periferia ovest, tramite l'avvocato Sergio Pisani, che insieme al fratello Angelo ha assunto la difesa, ha fatto sapere di non avere "mai additato il ristorante come responsabile della morte", ma di avere fatto riferimento a quel pranzo nel ricostruire i momenti precedenti al decesso.
"Non sappiamo a cosa sia dovuta la morte di Rossella – hanno dichiarato i familiari, tramite l'avvocato Pisani – siamo in attesa degli esiti dell'autopsia e degli esami sul cibo, ma non abbiamo mai voluto accusare il ristorante".
Morta dopo pranzo di sushi, domani incarico autopsia
La 40enne, lo scorso 9 febbraio, aveva mangiato con la famiglia nel ristorante giapponese per festeggiare il suo compleanno. È tornata a casa intorno alle 15 e poco dopo ha cominciato a stare male, con dolori di testa e vomito. È stato allertato il 118, ma è deceduta in pochissimo tempo.
Ai sanitari, e alle forze dell'ordine, la famiglia ha raccontato del pranzo di poco prima, specificando che la donna non risultava soffrire di allergie. La salma è stata sequestrata, la Procura ha aperto un fascicolo per omicidio colposo, per il momento contro ignoti. Domani, 16 febbraio, verrà conferito l'incarico per l'autopsia, che potrebbe essere svolta nel pomeriggio; la Procura ha indicato come consulenti tecnici il medico legale Pietro Tarsitano e l'anatomopatologo Andrea Ronchi.
I Nas chiudono ristorante giapponese a Napoli
I carabinieri del Nas hanno ispezionato il ristorante giapponese e hanno attuato il "blocco alimentare", ovvero hanno bloccato tutti gli alimenti presenti nel locale ed effettuato campionature che verranno analizzate in questi giorni nell'Istituto Zooprofilattico, per capire se il decesso possa essere in qualche modo correlato al cibo ingerito, sebbene i tempi tra il pranzo e il malore rendano improbabile uno shock anafilattico e gli altri commensali non abbiano avuto conseguenze.
Nel corso del controllo, svolto insieme all'Asl, nella struttura sono state riscontrate gravi carenze igieniche e sanitarie non immediatamente sanabili, motivo per cui per il ristorante giapponese è stata disposta la sospensione dell'attività; il provvedimento non è correlato al decesso della quarantenne.