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Gridelli: “Al Moscati un nuovo macchinario per il test genetico dei tumori per terapie più precise”

Con una nuova apparecchiatura all’azienda ospedaliera “San Giuseppe Moscati” di Avellino sarà possibile analizzare il tessuto tumorale e identificare eventuali alterazioni genetiche. Ciò permetterà di adottare le terapie molecolari già disponibili nell’ambito della pratica clinica o quelle a livello sperimentale. L’intervista a Cesare Gridelli, direttore del dipartimento di onco-ematologia dell’Azienda “Moscati”.
Intervista a Cesare Gridelli
Direttore del dipartimento di onco-ematologia dell'Azienda "Moscati"
A cura di Federica Grieco
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Un importante passo avanti nella lotta contro i tumori è stato compiuto dall'Azienda ospedaliera "San Giuseppe Moscati" di Avellino, inserita nella rete oncologica campana, che vanta ora un nuovo macchinario per effettuare i test genetici dei tumori. Grazie all'utilizzo della NGS (Next Generation Sequencing), cioè delle tecnologie di sequenziamento di ultima generazione, è possibile analizzare il tessuto tumorale e identificare eventuali alterazioni genetiche. Un passo importante nella scelta del tipo di terapia da adottare per ciascun paziente.

Fanpage.it ha intervistato sul tema Cesare Gridelli, direttore del dipartimento di onco-ematologia dell'Azienda "Moscati", uno dei massimi esperti per quanto riguarda il cancro ai polmoni secondo Expertscape, associazione statunitense accreditata nel settore. «Con i fondi della Regione – spiega Gridelli – abbiamo fatto una serie di progettualità di cui una di queste, in quanto responsabile dell'oncologia, ho voluto dedicarla alla genetica dei tumori, perché è uno degli aspetti del futuro».

Perché questo macchinario è così innovativo?

Noi facevamo già la genetica per i tumori, ma con esami singoli, facendo solo delle singole determinazioni di alterazioni genetiche per i quali ci sono già i farmaci in commercio. Questa Ngs – presente solo all'Università Federico II e al Crom (Centro ricerche oncologiche Mercogliano, ndr.) al Pascale, noi siamo l’unica azienda ospedaliera ad averla attiva – serve a individuare tutte le alterazioni genetiche del tumore, quindi non solo quelle più note, ma anche quelle più rare e quindi permette di poter trattare il paziente con dei farmaci più innovativi, anche nell’ambito di studi clinici.

Come può aiutare la ricerca o la prevenzione dei tumori?

Questa macchina permette di individuare un maggiore numero di alterazioni genetiche e quindi ci permette, non solo di usare i farmaci della pratica clinica, ma di trovare delle alterazioni più rare dalle quali abbiamo poi altri farmaci: noi abbiamo una genetica di sperimentazione clinica molto forte al Moscati, quindi una serie di studi clinici, con delle molecole, che hanno come obiettivo proprio queste alterazioni genetiche. Quindi questo macchinario è importante perché apre tutto un mondo su tutto quello che è il futuro delle sperimentazioni e alla registrazioni di nuovi farmaci.

Come si arriva a decidere il tipo di terapia per ciascun paziente?

È un lavoro di equipe: il pezzo di tumore viene prima processato, il biologo fa la biopsia, il patologo prepara la Pet-Tac e fa l’esame istologico, poi passa al laboratorio di genetica dove si procede con questa NGS. E su quel tipo di risposta poi l’oncologo decide la terapia da poter fare oppure se il paziente può entrare in qualche studio, perché ci sono dei farmaci innovativi in fase di sperimentazione.

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