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Finti incidenti a Caserta, mamma fa spaccare denti a figlio di 11 anni per truffare l’assicurazione

La banda sgominata dai carabinieri in provincia di Caserta utilizzava anche i bambini per organizzare le truffe sui finti incidenti stradali: in un caso, emerge dall’ordinanza, un ragazzino di 11 anni era stato picchiato e gli erano stati spezzati due denti, fingendo poi che fosse stato investito, mentre un altro più piccolo si era salvato perché non sarebbe valsa la pena: le assicurazioni non pagano i denti da latte.
A cura di Nico Falco
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Immagine di repertorio
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Un bambino di 11 anni era stato picchiato e gli erano stati spaccati zigomi e denti per simulare le ferite di un incidente stradale, e la stessa sorte sarebbe potuta toccare ad un altro bimbo ancora più piccolo, "graziato" però perché le assicurazioni non risarciscono i denti da latte. È uno dei particolari, tra i più atroci, che emergono dall'inchiesta che ha portato alle misure cautelari eseguite oggi dai carabinieri in provincia di Caserta. In manette sono finite 6 persone; in carcere il 42enne Simmaco Palmiero, considerato capo dell'organizzazione, mentre per gli altri 5, tra cui due avvocati, sono stati disposti i domiciliari. Nell'inchiesta ci sono altri venti indagati.

Truffa dei finti incidenti a Caserta, 6 arresti

L'ordinanza cautelare, emessa dal gip di Santa Maria Capua Vetere ed eseguita dai carabinieri della Compagnia di Caserta, è arrivata al termine di una indagine coordinata dalla procura sammaritana. I 6 arrestati sono accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di truffe in danno di compagnie assicurative, furto, estorsione e traffico illecito di sostanze stupefacenti. Le indagini erano partite nel 2018, dopo il tentativo di negoziazione di un assegno clonato in un ufficio postale di Santa Maria Capua Vetere. Dagli accertamenti era emersa l'esistenza di una associazione che, con sistemi collaudati, metteva a segno frodi assicurative denunciando incidenti stradali mai avvenuti, producendo certificati medici falsi e, in diversi casi, provocando volontariamente delle ferite che poi venivano fatte passare come conseguenti agli incidenti inesistenti.

Picchiati i bambini per risarcimenti sui finti incidenti

Secondo la ricostruzione degli inquirenti la banda utilizzava anche i bambini per le truffe sui finti incidenti. In particolare, due indagati sono stati intercettati mentre parlavano dell'opportunità di utilizzare anche un bimbo molto piccolo, che avrebbero dovuto ferire per simulare un incidente. Circostanza poi non avvenuta, ma non per un ripensamento. Nel dialogo, infatti, captato tra un uomo e una donna, lui parla dell'ipotesi di utilizzare il proprio figlio, spezzandogli i denti.

Lei però ribatte che non ne vale la pena, perché il bimbo ha ancora i denti da latte e quelli non vengono risarciti dall'assicurazione. Poi, incalza, non sarebbe possibile simulare le ferite con la tecnica che presumibilmente utilizzano, ovvero causare dei tagli in bocca in modo da simulare, per il sangue copioso, una ferita grave. "Tiene i denti da latte, non li pagano – dice – poi gli vuoi far rompere in bocca, ci vuoi fare con la lametta in bocca, ma tu sei scemo".

In un altro caso, invece, viene sfruttato un bambino di 11 anni. Viene picchiato da uno degli indagati, che gli causa un trauma facciale, con escoriazioni al labbro, una frattura allo zigomo e a due denti. Tutto con la complicità della madre, che poi lo accompagna in ospedale e racconta che è stato investito.

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