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Picchiano bimbo per fingere un incidente stradale e truffare l’assicurazione: 6 arresti nel Casertano

Una vera e propria organizzazione criminale quella scoperta nel Casertano: 6 persone sono finite in manette. Il gruppo era dedito alle frodi assicurative, fingendo incidenti stradali mai avvenuti, per i quali gli indagati infliggevano a loro stessi o a terze persone delle ferite per rendere la truffa credibile.
A cura di Valerio Papadia
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Immagine di repertorio
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Fingevano incidenti stradali, in realtà mai avvenuti, per truffare le compagnie assicurative e ricevere risarcimenti cospicui: per rendere più credibili gli incidenti, gli indagati procuravano a loro stessi o a terze persone delle ferite, che venivano poi refertate in ospedale. Sono sei le persone arrestate dai carabinieri a Caserta, Bellona e Casagiove, su disposizione della Procura di Santa Maria Capua Vetere: cinque degli indagati sono finiti agli arresti domiciliari, mentre per uno di loro si sono aperte le porte del carcere; le accuse sono quelle di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di truffe in danno di compagnie assicurative, ma anche furto, estorsione e traffico di sostanze stupefacenti.

Un bambino di 11 anni picchiato per una truffa

Le indagini dei militari dell'Arma e dei magistrati sono partite nel gennaio del 2018, quando uno degli indagati si è presentato nell'ufficio postale di Santa Maria Capua Vetere con un assegno clonato. La successiva attività investigativa ha portato a scoprire l'esistenza di un vero e proprio criminale che denunciava finti incidenti stradali per frodare le compagnie assicurative, nella maggior parte dei casi procurandosi ferite che venivano poi refertate in ospedale da ignari medici. Emblematica la vicenda in cui tre degli indagati, tra cui la madre, hanno picchiato un bimbo di 11 anni procurandogli un serio trauma facciale che potesse rendere verosimile un incidente stradale.

Non solo truffe: anche furti, estorsioni e spaccio

Oltre alle frodi assicurative, il gruppo criminale era dedito anche a furti, estorsioni e spaccio di droga. Le indagini hanno rivelato come gli indagati fossero coinvolti anche nel furto di una vettura, avvenuto a Casagiove, e nella successiva richiesta di denaro al proprietario con il sistema del cosiddetto "cavallo di ritorno": l'uomo ha dovuto sborsare agli indagati una cospicua somma di denaro per riavere l'automobile. Inoltre, gli inquirenti hanno accertato come due degli indagati fossero coinvolti anche in traffici illeciti di sostanze stupefacenti.

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