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La figlia di Totò ci lascia senza aver visto il museo dedicato al papà a Napoli. Se ne parla da 30 anni

Liliana De Curtis è morta senza vedere realizzato il sogno di un museo dedicato a Totò al Rione Sanità.
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Liliana De Curtis, la figlia di Totò, uno dei più grandi attori comici dei nostri tempi, morta a 89 anni, sarà ricordata dai napoletani ovviamente non solo per aver mantenuto viva, forte, solida, l'eredità del padre – già da un decennio almeno affidata alla nipote, Elena Anticoli – ma anche perché è morta senza aver visto la realizzazione di uno dei suoi più grandi desideri: un museo dedicato ad Antonio De Curtis, in arte Totò, al Rione Sanità.

È da trent'anni che se ne parla, si sarebbe dovuto realizzare al Palazzo dello Spagnuolo in via Vergini, proprio nei luoghi di Totò.

Sono passati sindaci di Napoli, presidenti di Regione, una decina di governi nazionali, ma del museo non v'è traccia. Totò, i suoi fracchettini, le bombette, i suoi mille travestimenti, la sua incredibile storia da scugnizzo del rione Sanità a principe della Risata, l'amicizia con Eduardo De Filippo e Pierpaolo Pasolini, le sue storie d'amore incredibili e drammatiche, le sue poesie e le sue canzoni (ricordiamo due su tutte "‘A Livella" e "Malafemmena") non hanno un luogo fisico in cui essere raccontate.

Ci dispiace che Liliana abbia lasciato questo mondo senza vedere questo tributo al padre.

Ci dispiace anche da napoletani non avere un luogo in cui ricordare questo straordinario artista.

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Giornalista professionista, capo cronaca Napoli a Fanpage.it. Insegna Etica e deontologia del giornalismo alla LUMSA. Ha una newsletter dal titolo "Saluti da Napoli". È co-autore dei libri "Il Casalese" (Edizioni Cento Autori, 2011); "Novantadue" (Castelvecchi, 2012); "Le mani nella città" e "L'Invisibile" (Round Robin, 2013-2014). Ha vinto il Premio giornalistico Giancarlo Siani nel 2007 e i premi Paolo Giuntella e Marcello Torre nel 2012.
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