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“Emigrato a Londra e poi a Valencia. Amo Napoli ma non tornerei più: troppi compromessi per viverci”

Alfredo Mellone ha 30 anni e da cinque vive all’estero. Via da Napoli per trovare una stabilità, oggi è convinto: “Ora a Napoli troverei lavoro, ma non ci tornerei: troppi compromessi da accettare”.
A cura di Valerio Papadia
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Alfredo Mellone
Alfredo Mellone

Negli anni è stata identificata come "fuga di cervelli": la tendenza, in molti casi più che altro una necessità, di molti giovani che, dall'Italia, si ritrovano a dover abbandonare il Paese e trasferirsi all'estero per cercare una stabilità e una indipendenza economica che fanno fatica a trovare a casa. Alfredo Mellone, giovane napoletano di 30 anni, è tra questi: da cinque anni ha deciso di lasciare Napoli per trovare la sua strada, una stabilità che nel capoluogo campano non riusciva a costruirsi e, dopo una esperienza a Londra – di cui ha parlato anche il Daily Mail – adesso vive in Spagna.

Alfredo, come mai hai deciso di lasciare Napoli?

Mi sono laureato in Economia e Management a Napoli. Dopo la laurea ho cominciato a svolgere qualche lavoro saltuario in bar e ristoranti, ma si è trattato sempre di impieghi precari: vivevo da solo e non riuscivo sempre ad affrontare tutte le spese che questo comporta. Nonostante inviassi tanti curriculum, a Napoli non riuscivo a trovare un impiego stabile.

Da qui la decisione di trasferirti a Londra. Che realtà hai trovato nella Capitale inglese?

Sono andato a Londra nel 2019 perché un amico, un ragazzo del mio quartiere che era già lì, si è offerto di ospitarmi. All'inizio Londra sembrava quasi il paradiso rispetto a Napoli: lavoravo sempre in un ristorante, ma non soltanto avevo uno stipendio adeguato e una stabilità economica che in Italia potevo solo sognare, ma anche un ritmo di lavoro che mi consentiva anche di dedicarmi a me stesso.

E poi, cos'è successo?

I problemi sono cominciati con il lockdown imposto dalla pandemia di Covid-19, o meglio, subito dopo. Ho cominciato a lavorare per una grande azienda e la ripresa della normalità, della quotidianità, mi ha fatto capire che a Londra la cultura del lavoro è molto stringente, c'è molta pressione sociale e lavorativa, e avevo perso l'equilibro tra la vita professionale e quella personale.

Quindi hai fatto di nuovo la valigia e sei andato in Spagna…

Sì. Sempre grazie a un amico napoletano, nell'estate del 2022 sono andato a Barcellona, dove ho cominciato a lavorare per un'altra grande compagnia. Ora sono a Valencia. Qui in Spagna ho ritrovato nuovamente l'equilibrio tra il lavoro e la vita privata che a Londra avevo perso.

Dopo tutti questi anni all'estero, hai mai pensato di tornare a Napoli in pianta stabile?

A Napoli ci torno sempre volentieri, ma non ci vivrei di nuovo. Sono convinto che dopo tutta questa esperienza personale e professionale, adesso troverei un lavoro nella mia città, ma non riuscirei più a viverci. Innanzitutto, c'è troppo inquinamento, anche acustico: banalmente, questa telefonata con te non potrei farla per strada come sto facendo qui. E poi le persone sono troppo invadenti, e non mi sta bene. A Napoli ci sono indubbiamente cose belle e positive, ma dovrei accettare troppi compromessi.

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