Elezioni Regionali Campania, da Roberto Fico prima bordata a De Luca: “Paura di nessuno”

Il dibattito sulle Elezioni Regionali è lontano anni-luce dall'essere davvero "caldo": ad oggi a Napoli conta più qualsiasi news sull'attesa scudetto che le ‘grandi manovre' in vista delle consultazioni autunnali in Campania. Fatto sta che eppur si muove il campo largo del centro-sinistra ci lavora. Sicuramente si attenderà il dopo Referendum per fare il punto in maniera concreta ma oggi già si capisce che l'ex presidente della Camera Roberto Fico tra Pd e Cinque Stelle è il favorito, mentre l'area del presidente della Regione uscente (e non ricandidabile) Vincenzo De Luca, vorrebbe rompere il fronte candidando con un ventaglio di sei o sette liste centriste e civiche qualche suo fedelissimo. I nomi sono quello dell'attuale vicepresidente Fulvio Bonavitacola o l'assessora regionale al Lavoro Lucia Fortini. Alcuni sondaggi elettorali in corso chiariranno il gradimento intorno ai nomi.
«Lavoriamo sul programma e sui contenuti. Quando si lavora pancia a terra non si ha paura di nessuno» ha detto ieri Fico, senza mai parlare apertamente di De Luca ma chiaramente riferendosi alle manovre del governatore uscente. «Conosciamo il lavoro che stiamo facendo nei comuni dove governiamo insieme, ora puntiamo a vincere anche in altre città importanti».
A fare il punto sulla tempistica è stato il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, che ha indicato l’estate come termine entro il quale individuare il candidato: «È importante parlare di ciò che vogliamo fare. Il tema dei trasporti, ad esempio, è una priorità per la città e l’area metropolitana. Se vogliamo ridurre traffico e inquinamento, dobbiamo garantire ai cittadini un accesso efficiente a Napoli».
Sul possibile ingresso di Fico nella competizione regionale, pesa anche il dibattito interno al M5S sulle regole relative ai mandati. Il Consiglio nazionale del Movimento è al lavoro su una proposta che dovrebbe consentire ai parlamentari con due mandati, come Fico, di candidarsi a cariche di governo locale, incluse le presidenze di Regione. Resta il limite massimo di tre mandati parlamentari, anche in presenza di deroghe, con la possibilità di un terzo incarico solo dopo una legislatura di pausa. La nuova proposta sarà sottoposta al voto degli iscritti.