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Altarini della camorra a Napoli, abbattuta edicola della Madonna dell’Arco di 80 anni fa

L’edicola votiva abusiva era in via Sant’Antonio Abate. Era stata sequestrata dalla Procura della Repubblica.
A cura di Pierluigi Frattasi
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Abbattuta un'edicola della Madonna dell'Arco di 80 anni fa in via Sant'Antonio Abate a Napoli, nella zona dell'Arenaccia. L'altarino abusivo, realizzato su una facciata di un palazzo, era stato sequestrato dalla Procura della Repubblica di Napoli, in quanto considerato della camorra. La demolizione rientra nella rimozione dei manufatti di devozione abusivi a Napoli riconducibili alla criminalità organizzata. A differenza degli altra altarini già abbattuti dalle forze dell'ordine e dal Comune di Napoli – tramite la NapoliServizi – che erano dedicati a boss o personaggi della criminalità deceduti, in questo caso si è trattato di una vecchia cappella votiva, come se ne trovano tante nei quartieri della città, ma che secondo la Procura ad un certo punta sarebbe stata presa in cura dai clan, trasformandosi in un elemento di devozione non a Dio, ma alla camorra.

Il 21 aprile scorso era stato rimosso l'altarino abusivo della camorra che ha sfregiato i "Ponti Rossi", l'antico acquedotto di epoca romana che si trova all'Arenaccia, nella Terza Municipalità Stella-San Carlo all'Arena. L'edicola votiva era stata sequestrata su ordine della Procura della Repubblica di Napoli, nell'ambito dell'operazione coordinata assieme alla Prefettura e alla Questura di Napoli. Sono 11 gli altarini abusivi della camorra che sarebbero riconducibili, secondo la Prefettura, all'Alleanza di Secondigliano. Le operazioni di demolizione sono già partite negli scorsi giorni. Di questi 11, uno degli altarini era stato posto, illegalmente, sui cosiddetti Ponti Rossi, l'antico acquedotto romano di Napoli visibile ancora oggi in pieno centro storico. L'edicola votiva era stata posta su una facciata del ponte, in via Nicola Nicolini.

L'altarino demolito a Borgo Sant'Antonio Abate

Questa mattina agenti della Polizia Metropolitana e delle altre forze dell’ordine sono intervenuti in via Sant’Antonio Abate a Napoli per l'abbattimento del murale – realizzato accanto a un’edicola votiva raffigurante l'immagine della Madonna – dedicato a uno degli esponenti del clan della zona rimasto vittima di un agguato nell’ambito di una guerra tra diversi gruppi della criminalità organizzata. Le operazioni sono state effettuate dal personale della Napoli Servizi, su indicazione del Comune di Napoli, a valle di indagini effettuate anche dalla Polizia Municipale. Ad oggi censite circa 40 opere abusive simili e 37 demolite, con conseguente restituzione degli spazi alla città.

Un segnale forte è stato inferto oggi dalle forze dell’ordine al clan della zona del Borgo Sant’Antonio Abate, nel quartiere San Lorenzo Vicaria a Napoli, con l'abbattimento del murale – realizzato accanto a un’edicola votiva raffigurante l'immagine della Madonna – dedicato a uno degli esponenti rimasto vittima di un agguato nell’ambito di una guerra tra diversi gruppi della criminalità organizzata. Su indicazione del Comune di Napoli, infatti, il personale della Napoli Servizi ha operato questa mattina in Via Sant’Antonio Abate per la rimozione di un’edicola votiva costruita abusivamente su suolo pubblico.

Agenti della Polizia Metropolitana di Napoli, della Polizia di Stato e Municipale, Carabinieri e Guardia di Finanza sono intervenuti, su impulso del Procuratore Generale della Repubblica di Napoli, Luigi Riello, nell’area che congiunge Porta Capuana e piazza Carlo III e hanno presidiato alla demolizione delle teche entro cui erano state inserite le effigie e alla loro eliminazione.

L’operazione si inquadra nell’ambito di un più vasto programma di interventi voluto dal Procuratore Riello il quale, già in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario 2021, pose l'accento sulla necessità urgente di rimuovere gli altarini e i murales celebrativi dedicati a personaggi della malavita e della criminalità organizzata.

Pronta è stata l'azione di polizia, anche da parte della Polizia Municipale di Napoli, posta in essere con operazioni di indagine, censimento e di rimozione dei manufatti, effettuate a valle di diverse riunioni del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica e di incontri tecnici. In tale contesto, la Questura di Napoli, in qualità di autorità di pubblica sicurezza, ha richiesto il concorso della Polizia Metropolitana al fianco delle altre forze dell'ordine per i servizi tesi a garantire la tutela dell'ordine e della sicurezza in occasione delle attività di demolizione.

Ad oggi, circa 40 gli altarini abusivi censiti e sequestrati, dei quali 37 demoliti, con conseguente restituzione degli spazi alla città. La Polizia Metropolitana ha espletato oltre 600 ore di lavoro tra il 2021 e la prima metà del 2022 solo per le demolizioni e rimozioni di murales, altarini, striscioni ed edicole votive.

“Le Istituzioni – ha affermato il Sindaco della Città Metropolitana di Napoli, Gaetano Manfredi – sono chiamate ad affrontare con determinazione anche la questione dei murales e degli altarini dedicati a esponenti dei clan, perché si tratta di simboli che esercitano una forte influenza sulla popolazione. Per questo motivo, riteniamo che sia importante, da parte delle nostre forze di polizia, intervenire per la rimozione di queste figure e, più in generale, di queste rappresentazioni perché ciò dimostra che lo Stato c’è ed è più forte della camorra. È fondamentale, infatti, che la nostra comunità senta lo Stato vicino e comprenda che l’unico ‘sistema’ in cui identificarsi e riconoscersi è lo Stato”.

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