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Don Maurizio Patriciello sotto scorta dopo la bomba davanti alla chiesa nel Parco Verde di Caivano

È stata assegnata la scorta a don Maurizio Patriciello, parroco del Parco Verde di Caivano (Napoli), dopo la bomba esplosa davanti alla sua parrocchia.
A cura di Nico Falco
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Da oggi don Maurizio Patriciello è sotto scorta. La decisione, già al vaglio, è diventata effettiva nelle scorse ore, in seguito alle diverse minacce e intimidazioni dirette al parroco della chiesa di San Paolo Apostolo, nel Parco Verde di Caivano, in provincia di Napoli; ultimo episodio, quello della bomba fatta esplodere davanti alla parrocchia nella notte del 12 marzo. "Spero che questa decisione possa portare beneficio anche a questo territorio martoriato – ha commentato don Patriciello – ringrazio chi ha preso questa decisione che però mi rattrista: significa che ormai era diventata necessaria".

Il sacerdote è da anni in prima linea, diventando punto di riferimento per cittadinanza e attivisti prima per il problema della Terra dei Fuochi e successivamente per quello della micro e della macro criminalità. "Caro padre Maurizio – commenta il senatore del Gruppo Misto Sandro Ruotololo Stato ha deciso di proteggerti assegnandoti la scorta. Penso di poterti dire a nome di tutto il Comitato di Liberazione dalla camorra che siamo con te. Insieme, dobbiamo liberare le nostre terre dalla camorra".

Bomba davanti alla chiesa di don Patriciello a Caivano

Pochi giorni fa un ordigno era stato fatto esplodere nella notte davanti ai cancelli della sua chiesa. Su quell'episodio sono ancora in corso indagini, ma non si escludono collegamenti con la faida che è in corso tra la fazione Cristiano e quella Monfregolo del clan della 167 di Arzano, scontro che, attraverso le varie alleanze tra gruppi criminali, raggiunge anche la vicina Caivano.

Della bomba hanno parlato, intercettati, anche i componenti del gruppo Landolfo, articolazione del clan Pezzella, ritenuto vicino alla fazione Monfregolo; secondo Pasquale Landolfo, finito in manette su provvedimento di fermo nei giorni scorsi insieme ad altre 6 persone, a piazzare l'ordigno sarebbero stati componenti del clan rivale, i Mormile-Monfregolo, che in questo modo avrebbero cercato, con un gesto eclatante, di far ricadere la colpa sulla fazione Monfregolo.

(articolo aggiornato il 31 marzo alle ore 22:28)

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