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Opinioni

C’eravamo tanto odiati: il M5s incorona De Luca “Sceriffo della Campania” (nel momento peggiore)

Fino a 2 anni fa era impensabile che il Movimento Cinque Stelle parlasse in termini lusinghieri di Vincenzo De Luca: anche questo tabu della politica campana è sfatato.
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Il primo grande disgelo a inizio ottobre, con la foto della vittoria: tutti col pollice alzato per Gaetano Manfredi eletto sindaco di Napoli al primo turno. Dunque quello che ha detto ieri Luigi Di Maio su Vincenzo De Luca non è una sorpresa. Il ministro degli Esteri nella sua Pomigliano D'Arco ha detto che il presidente della Regione non solo se l'è giocata bene durante la fase acuta del Covid, il lockdown e la paura, ma che è diventato lo «Sceriffo della Campania». E stavolta sceriffo non in accezione negativa, anzi:

De Luca durante il periodo del Covid è stato un amministratore che nel momento più difficile non ha rappresentato quel tipo di governatore che voleva aprire, semmai ha chiuso di più. E per me andava bene, perché ognuno conosce il suo territorio e lui ha detto che gli servivano misure più rigide. In quel momento io ho sempre sostenuto la sua azione.

Frasi che arrivano dopo anni di reciproci assalti, insulti, dopo le proteste pentastellate contro il «sistema De Luca» tra rifiuti, appalti, progetti, per la Regione e al Comune di Salerno. Il M5s in consiglio regionale della Campania è ancora opposizione ma proprio a Fanpage.it la capogruppo Valeria Ciarambino ha ammesso che ad esempio vicende come l'inchiesta che a Salerno coinvolge De Luca e alcuni dei suoi fedelissimi non sarà usata come "arma politica":

Troppe volte abbiamo assistito ad assoluzioni con formula piena, per continuare ad utilizzare queste vicende come arma politica da brandire contro un avversario. L'atteggiamento oggi è più responsabile nella critica, affinché sia costruttiva e non scada in strumentalizzazione. In questo sono cambiata e siamo cambiati.

Dunque nel periodo forse peggiore del suo governo in Campania De Luca trova una sorta di alleato insperato fino a qualche anno fa, quel Movimento ‘bestia nera' sui social e non solo, capace di fargli saltare la mosca al naso e farlo trascendere in insulti in Consiglio regionale. Cambia todo cambia, dunque un naturale processo di normalizzazione o Come si cambia per non morire?

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Giornalista professionista, capo cronaca Napoli a Fanpage.it. Insegna Etica e deontologia del giornalismo alla LUMSA. Ha una newsletter dal titolo "Saluti da Napoli". È co-autore dei libri "Il Casalese" (Edizioni Cento Autori, 2011); "Novantadue" (Castelvecchi, 2012); "Le mani nella città" e "L'Invisibile" (Round Robin, 2013-2014). Ha vinto il Premio giornalistico Giancarlo Siani nel 2007 e i premi Paolo Giuntella e Marcello Torre nel 2012.
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