Da Chicago a Napoli per studiare Ciro, il dinosauro sannita scoperto a Benevento

Scienziati dagli Stati Uniti d'America a Napoli per studiare Ciro, il dinosauro ritrovato a Benevento e appartenente alla specie denominata Scipionyx samniticus. La sua rarità, come spiegato in una recente intervista a Fanpage.it dal paleontologo Cristiano Dal Sasso, è dovuta all'ottima conservazione del fossile, che ha mantenuto perfino gli organi interni. Al progetto hanno partecipato il Field Museum of Natural History di Chicago e il Museo di Storia Naturale di Milano, l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) presso l’Osservatorio Vesuviano di Napoli e il Dipartimento di Scienze e Tecnologie dell’Università Degli Studi del Sannio di Benevento, con il supporto della Regione Campania.
Il paleontologo a Fanpage: "Vi spiego l'importanza di Ciro"
Cristiano Dal Sasso, paleontologo e tra i massimi esperti del dinosauro sannita, ha spiegato in una recente intervista a Fanpage.it la sua importanza:
Parliamo di un fossile ritrovato in ottimo stato e che ha conservato perfino gli organi interni, e nel quale sono state ritrovate grandi quantità perfino di organi interi, come ad esempio l'intestino. Si tratta di un fossile unico, che ha conservato perfino i tessuti, anche a livello cellulare: si sono fossilizzate una ad una e questo per la paleontologia è un fattore importantissimo. Si tratta, ripeto, dell'unico esemplare al mondo di dinosauro ad essersi fossilizzato con gli organi interni.

Fabbri: "Questo fossile rappresenta un'opportunità unica"
Dello stesso parere anche Matteo Fabbri, ricercatore al Field Museum of Natural History di Chicago, che ha partecipato al recente progetto napoletano: "Questo fossile rappresenta un’opportunità unica per comprendere l’anatomia di tessuti molli e organi interni nei dinosauri. Conoscere la morfologia scheletrica e dei tessuti molli ancora nascosti nella roccia calcarea sarebbe molto importante per comprendere come gli organi interni si siano evoluti durante la transizione evolutiva dai rettili più antichi agli uccelli moderni, e come questi cambiamenti si possano correlare con l’origine del volo”.
