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Sequestrati 117 chili di pesce nella pescheria di chef Peppe Di Napoli a Pianura

Blitz dei carabinieri del Nas di Napoli e del personale dell’Asl in una pescheria adibita a ristorante di Pianura, quartiere della periferia occidentale della città, di proprietà dello chef Peppe Di Napoli: i militari hanno sequestrato 117 chili di pesce privo di qualsiasi indicazione di provenienza, diffidando anche dall’utilizzare la cucina, trovata in pessime condizioni igienico-sanitarie.
A cura di Redazione Napoli
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In questo periodo dell'anno, aumentano i controlli delle forze dell'ordine negli esercizi commerciali volti a salvaguardare la salute dei consumatori. Oggi, un blitz dei carabinieri del Nas di Napoli, unitamente al personale dell'Asl Napoli 1, è scattato in una pescheria adibita a ristorante sita in via San Donato, quartiere Pianura, periferia occidentale della città, nota perché di proprietà dello chef Peppe Di Napoli. I militari dell'Arma hanno sequestrato 117 chilogrammi di prodotti ittici privi di qualsiasi informazioni utile a determinarne la provenienza e la tracciabilità, come previsto dalla legge. Inoltre, i carabinieri hanno diffidato il proprietario dell'esercizio commerciale dall'utilizzo della cucina, trovata carente dal punto di vista igienico-sanitario, strutturale e documentale (HACCP) e utilizzata in orari non consentiti. Il valore dei prodotti ittici sequestrati si aggira intorno ai tremila euro, mentre il proprietario è stato sanzionato con una multa di 2.500 euro.

Le operazioni a tutela dei consumatori, soprattutto nel periodo estivo, continueranno anche nei prossimi giorni. Qualche settimana fa, sempre i carabinieri del Nucleo antisofisticazioni e sanità hanno controllato numerosi esercizi commerciali – macellerie, panetterie, supermercati – rinvenendo e sequestrando oltre 100 chili di prodotti alimentari, tra carne, pane, yougurt, che erano andati a male e si trovavano in pessime condizioni igienico-sanitarie. Al fine di smaltirli più velocemente, truffando così gli ignari consumatori, i prodotti venivano messi in vendita ad un prezzo di offerta, più basso rispetto a quello di mercato.

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