Covid, perché i bambini si ammalano di meno: la scoperta del Ceinge di Napoli

In un anno e mezzo di convivenza con il Coronavirus, si è ormai osservato come i bambini siano più reticenti ad essere contagiati e, anche in caso di positività, a sviluppare sintomi gravi della Covid-19. Una delle spiegazioni arriva da uno studio del Ceinge di Napoli, laboratorio di Biotecnologie Avanzate dell'Università Federico II, che ha individuato nella molecola Neuropolina1 uno dei fattori grazie al quale i bambini subiscono meno degli adulti le conseguenze del Coronavirus. La Neuropolina1 è una molecola responsabile dell'ingresso e della diffusione del Sars-Cov-2 nell'organismo: lo studio del Ceinge ha evidenziato che questa molecola è meno sviluppata nei bambini, soprattutto nel loro tessuto epiteliale nasale, tra i canali di ingresso del virus.
Lo studio è stato condotto in collaborazione tra due gruppi di ricerca del Ceinge, quello guidato da Roberto Berni Canani e quello guidato da Giuseppe Castaldo, unitamente con i gruppi di ricerca dell’Università degli Studi Federico II, guidati da Elena Cantone e Nicola Gennarelli e dell’Università Vanvitelli, guidati da Caterina Strisciuglio. Lo studio, denominato "Age-related differences in the expression of most relevant mediators of Sars-Cov-2 infection in human respiratory and gastrointestinal tract" ha preso in esame campioni biologici ottenuti dalle alte vie respiratorie e dall'intestino (i canali principali di ingresso del virus nell'organismo) di adulti e bambini sani, e sarà pubblicato sul prossimo numero della rivista specializzata Frontiers in Pediatrics.
"Abbiamo identificato un importante fattore in grado di conferire protezione contro Sars-Cov-2 nei bambini che si aggiunge ad altri fattori immunologici che stiamo studiando. La definizione di questi co-fattori sarà molto utile per la creazione di nuove strategie per la prevenzione ed il trattamento del Covid-19" ha dichiarato il professor Roberto Berni Canani.